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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2011 alle ore 16:55.

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La condanna dei manifesti con la scrittta "Via le Br dalle procure" apparsi per le vie di Milano è unanime. Tre ministri - Alfano, Maroni e La Russa - si sono espressi oggi condannando questa iniziativa, anche se con sfumature diverse.

«L'affissione dei manifesti che intendono paragonare l'attività dei magistrati alle manovre eversive delle Brigate Rosse, che proprio questo Stato ha combattuto con forza e determinazione, non può e non deve trovare alcuna giustificazione», questa è l'opinione del ministro della Giustizia Angelino Alfano. «L'autorità giudiziaria è garante dell'applicazione dei principi di legalità e di giustizia e sull'altare di questi ha versato un tributo, anche di sangue, che nessuno può nè potrà dimenticare», ha spiegato il Guardasigilli.

«È una cosa brutta - ha osservato Roberto Maroni, ministro dell'Interno - questi manifesti non mi piacciono affatto, perche noi stiamo combattendo le Br, lo Stato ha combattuto le Br». «Oggi - ha continuato - non c'è una situazione di allarme tale da evocare le Br che sono state combattute, sono state sconfitte sia sul piano politico, sia sul piano organizzativo».
«Rievocare le Br e soprattutto fare riferimento ad un sistema giudiziario, alla Procura di Milano, che, per l'amor di Dio, avrà tanti difetti, come tutti ma che è stata duramente colpita dalla Br - ha osservato - non mi pare sia una cosa molto utile, molto brillante in questa campagna elettorale».

«Questi manifesti non mi sono piaciuti». Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha commentato i manifesti apparsi a Milano firmati dall'Associazione dalla parte della democrazia. La Russa ha poi notato che «mentre altri manifesti rispondono a un equilibrio che non dovrebbe esserci tra botta e risposta, tra azione della Procura e risposta di chi denuncia un accanimento, questo ultimo manifesto mi è sembrato eccessivo anche perchè - ha sottolineato - so cosa erano le Br e contro le Br dovremmo essere tutti, non solo una parte, e onestamente lo è stata anche la magistratura».

Un messaggio di «forte e inequivocabile di solidarietà ai magistrati e a quelli milanesi in particolare» è stato inviato dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, all'inizio del suo intervento all'assemblea dei delegati del sindacato, dopo la comparsa di manifesti a Milano con la scritta 'via le Br dalle procure'. Per il leader della Cgil si tratta di un «insopportabile impazzimento», il manifesto «parla di un'emergenza democratica» che è anche «frutto delle battute del governo».

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