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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 16:27.

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La Cuba di Raul Castro apre alla proprietà privata. «Entro 5 anni i nostri successori» (Epa)La Cuba di Raul Castro apre alla proprietà privata. «Entro 5 anni i nostri successori» (Epa)

Cuba si prepara a rinnovare il modello socialista. Durante il discorso di apertura del VI Congresso del partito comunista cubano - l'ultimo si è svolto nel 1997 - Raul Castro ha parlato di riforme radicali e di un'apertura alla proprietà privata. Grande assente per motivi di salute Fidel Castro, oggi 84enne, che ieri non ha presenziato alla parata in ricordo dei 50 anni dalla fallita invasione americana della Baia dei Porci, e si è così scusato con il suo popolo :«avrei potuto restare in piazza forse un'ora sotto il sole e il caldo, ma non avrei retto tre ore». Il mese scorso il Lider màximo aveva rinunciato anche alla carica di primo segretario del Pcc.

Tra le riforme che oggi sono state presentate, ci sono una maggiore autonomia per le imprese, il decentramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti agroalimentari, l'apertura ai capitali stranieri, i tagli delle sovvenzioni e l'imposizione di un sistema fiscale. Nuove leggi permetteranno ai cubani la compravendita di case, attualmente sono possibili solo gli scambi, e di macchine il cui commercio ora è ammesso solo per quelle immatricolate prima del 1959; saranno aumentate le terre da concedere in usufrutto ai contadini e le bache potranno concedere prestiti ai privati.

Ciò che preoccupa di più la popolazione e i sette milioni di cubani che hanno partecipato durante l'inverno ai gruppi di discussione sulle riforme, è la scomparsa della "libreta", la tessera annonaria che dal 1963 garantisce a tutti i cubani una serie di prodotti a prezzo calmierato. «La scomparsa della libreta non costituisce un fine in sé – ha spiegato Castro - ma deve essere una delle misure indispensabili per migliorare la produttività del lavoro». Lo stesso presidente ammette, però, che la scomparsa della liberta, che sarà graduale, dovrà necessariamente essere accompagnata da un aumento generale dei salari.

Il presidente cubano ha anche parlato della necessità di ridurre del 20% i dipendenti pubblici, i tempi dei tagli dipenderanno dalla creazione di nuovi posti di lavoro da parte delle piccole imprese, che hanno raggiunto quota 200mila dopo la concessione a ottobre di nuove licenze.

Raul Castro, che a giugno compie 80 anni, vuole «garantire un rinnovamento sistematico di tutta la catena di responsabilità», limitando a un massimo di due mandati di cinque anni la durata dei principali incarichi dei funzionari politici. Ha lanciato perciò un appello per trovare, entro cinque anni, dei successori adeguati: «Oggi ci troviamo di fronte alle conseguenze di non avere dei sostituti preparati e con esperienza e maturità – ha detto ai 997 delegati presenti al Congresso - per assumere i nuovi compiti complessi nella direzione del partito, dello stato e del governo, questione che dobbiamo risolvere senza improvvisazioni».

Un duro attacco contro l'immobilismo dei rappresentanti più conservatori del Pcc, accusati di aver condizionato troppo l'attività del governo e condannato l'isola all'immobilismo. Per evitare che le decisioni prese restino lettera morta Raul ha istituito una commissione permanente del governo che verificherà l'esecuzione delle misure economiche approvate dal Congresso.

Da quando Raul Castro ha sostituito il fratello Fidel alla guida dell'isola caraibica (la data ufficiale è il 24 febbraio 2008, ma di fatto Raul sostituisce il fratello Fidel già dal 2006), Cuba ha assistito a una lenta e graduale apertura all'occidente: nel 2008 è stato tolto il bando alla vendita di computer, dvd, videoregistratori e telefoni cellulari, prima riservati agli stranieri in visita sull'isola e ai funzionari governativi.

Sul fronte Usa, Castro ribadisce la sua disponibilità al dialogo, anche se l'embargo economico che gli Stati Uniti mantengono nei confronti dell'isola dal 1962 si è «rafforzato durante la presidenza di Barack Obama».

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