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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 15:24.

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«Fuori le Br dalle Procure»: l'autore dei manifesti si autosospende dalla lista Pdl«Fuori le Br dalle Procure»: l'autore dei manifesti si autosospende dalla lista Pdl

Botta e risposta sull'autospensione di Roberto Lassini, l'autore dei manifesti con la scritta «Fuori le Br dalle Procure», dalla lista del Pdl in cui era candidato per le elezioni comunali milanesi. Ad annunciarlo era stato il sindaco del capoluogo lombardo, Letizia Moratti, al termine della convention del Teatro Nuovo a cui ha partecipato Silvio Berlusconi. Ma il diretto interessato ha smentito all'Ansa: «È nato un equivoco, non mi sono assolutamente autosospeso e il coordinamento regionale del partito ha ribadito la mia candidatura. Mi sono offerto di candidarmi - ha aggiunto Lassini - la mia candidatura è stata accettata e mi sembra paradossale che per un presunto caso di reato d'opinione come è il vilipendio, il Pdl mi possa fare una richiesta del genere».

Le due versioni
«Ho già stigmatizzato questo comportamento - ha detto il sindaco Letizia Moratti - Le istituzioni vanno tutte rispettate, so che si è autosospeso». Sul primo cittadino, Lassini, a capo dell'associazione «Dalla parte della democrazia», precisa: «La Moratti? Non la conosco, la stimo e mi dispiace che si sia creato questo equivoco». E ancora: «Spero di non aver sbagliato - continua il candidato - sono una persona estremamente cauta: se ci sono delle responsabilità lo accerterà chi di dovere. Chi ha fatto i manifesti ha senz'altro esagerato, è un dato oggettivo, è sotto gli occhi di tutti, ma non mi sembra proprio il caso di rispolverare il codice Rocco per il reato d'opinione».

Poco prima dell'inizio della kermesse mattutina con Berlusconi, il diretto interessato aveva riconosciuto che la frase sui manifesti è «una sintesi molto forte» e che lo slogan è «eccessivamente duro». Lassini ha quindi aggiunto, in un'intervista al Tgr Lombardia «Certamente non provo alcuna simpatia per i terroristi. È un messaggio solamente provocatorio. Sono quasi in difficoltà a replicare. Siamo assolutamente dalla parte delle vittime del terrorismo».

Gli anni di Tangentopoli
Lassini ha raccontato di essere finito in carcere nel 1993, condiviso la cella con Gabriele Cagliari, e di essere stato «pienamente assolto» nel 1998. Lassini però non aveva parlato di passi indietro per le elezioni: «Cerco di dare il mio piccolo contributo ai milanesi. Sono candidato per il Consiglio comunale e spero che il mio contributo possa far sì che le cose che sono accadute a me non succedano ad altri». All'epoca di mani pulite Lassini era sindaco democristiano di Turbigo, un comune del milanese.
Il suo gesto non è piaciuto anche ad altri esponenti di punta del Pdl.

La condanna di Lupi
Anche Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, ha stigmatizzato i l manifesto affisso a Milano: «Ha la mia ferma condanna personale, del partito nazionale e locale. Non c'è giustificazione nè legittimazione».

Gli attacchi del centro-sinistra
Già prima della notizia della smentita, l'autosospensione non aveva convinto il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: «È un'altra notizia falsa. Non ci si può autosospendere da una lista elettorale. Ma da cosa si autosospende? Lui è in lista come candidato alle comunali di Milano che può fare? Al massimo i cittadini potranno non votarlo» . Di «presa in giro» parla lo staff del candidato del centro-sinistra Giuliano Pisapia. «Questo signore - ha affermato Maurizio Baruffi, portavoce di Pisapia - che si assume la responsabilità di un'azione di propaganda i cui contorni e i cui mandanti restano tuttora oscuri, resterà sulla lista elettorale fino all'ultimo perchè non esiste il concetto giuridico di autosospensione dalle liste elettorali. Sarebbe ora di smetterla di prendere in giro Milano e i milanesi e sarebbe ora di gettare la maschera da parte di chi è il vero ispiratore dei manifesti ingiuriosi che equiparano i magistrati ai terroristi»..
Baruffi he puntato il dito contro tutti i vertici del Pdl e contro il sindaco Letizia Moratti. «Il Pdl e Letizia Moratti - ha aggiunto il portavoce di Pisapia - dovrebbero conoscere bene le differenze fra il diritto positivo e gli afflati spirituali, ma ciurlano nel manico per liberarsi dall'imbarazzo della candidatura di Lassini».

«Vergognoso»: così Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza del Pd, definisce «il balletto sull'autosospensione, annunciata e poi ritirata, dell'autore degli infami manifesti contro la Procura di Milano è vergognoso». «Il Pdl - prosegue - non ha neanche la forza morale di decidere se estromettere o meno dalla propria lista un signore che a detta di tutto il mondo politico ha offeso la dignità dei magistrati milanesi, già per altro vittime del terrorismo rosso. Il problema sta nel manico ed il perchè di tanta indecisione sul da farsi è nel fatto che il capo del Pdl, Berlusconi, usa ogni giorno frasi sostanzialmente analoghe agli slogan dei manifesti. E questo perchè deve salvare se stesso dai processi penali a suo carico».
«Il signor Lassini è un pesce piccolo - conclude - il problema è a monte. E sta nel fatto che in ogni giorno nel Pdl si sposta sempre più in là l'asticella di ciò che è lecito dire su uno dei poteri fondamentali della nostra democrazia costituzionale e cioè la magistratura».

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