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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 12:56.

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Romani: sul nucleare aspettiamo la Ue, referendum su programma già superatoRomani: sul nucleare aspettiamo la Ue, referendum su programma già superato

Sul referendum l'ultima parola spetta alla Cassazione
Sul referendum, tuttavia, l'ultima parola spetterà comunque all'ufficio centrale della Cassazione. Che dovrà decidere se, alla luce dell'emendamento presentato ieri dal governo, il referendum sul nucleare salterà o se la consultazione si terrà ugualmente. La Suprema Corte dovrà infatti stabilire se l'abrogazione delle norme sulla realizzazione di nuovi impianti nucleari sia «sufficiente nel senso richiesto dai promotori del referendum». Il quesito promosso dall'Idv di Antonio di Pietro è infatti assai articolato e chiede la cancellazione di circa 70 norme contenute nei provvedimenti varati dal governo Berlusconi per il ritorno del nucleare in Italia. Nel caso in cui la Cassazione dovesse ritenere che l'emendamento del governo al decreto omnibus soddisfi solo parzialmente le richieste del comitato promotore, la consultazione del 12 e 13 giugno si terrebbe lo stesso, anche se con un quesito «ristretto».

In piazza la protesta dei lavoratori del solare
Intanto, però, davanti al ministero guidato da Romani, sono scesi in piazza i lavoratori del fotovoltaico per il primo sciopero «contro il decreto che mette un tetto annuo allo sviluppo dell'energie rinnovabili e condanna a morte un intero settore». In piazza si sono riuniti lavoratori, imprenditori e sindacati. «Il fotovoltaico è il nostro futuro - si legge su un lungo striscione - firmato dai lavoratori di Terni Energia (che opera nel settore delle rinnovabili, ndr)». «Dopo lunga e penosa malattia - è scritto su alcuni manifesti funebri - è mancata all'affetto dei suoi cari Compuprint». Il responsabile energia della Cgil nazionale, Antonio Filippi, spiega che «stamane c'è il primo sciopero del solare fotovoltaico in Italia. questo è un settore che si regge sugli incentivi che non possono essere diminuiti adesso perché altrimenti muore. Le aziende crollano e ci sono 120mila persone occupate che rischiano il posto di lavoro. Chiediamo al Governo di mantenere l'impegno sugli incentivi preso ad agosto del 2010».

Le associazioni alle Regioni: c'è rischio blocco per il fotovoltaico
Gli addetti al settore sollecitano anche una correzione di rotta da parte delle Regioni che oggi sono riunite per mettere a punto le nuove regole rese necessarie dalle disposizioni contenute nel decreto Romani (il cosiddetto quarto conto energia). Nella bozza, che sarà oggi sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni, ci sono «forti criticità per il futuro del mercato». Le associazioni lamentano nello specifico «l'assenza di qualsiasi meccanismo di tutela dei diritti acquisiti» mentre per quel che riguareda il regime transitorio 2011-12 segnalano «l'introduzione di meccanismi che comporteranno il blocco del settore per la non finanziabilità degli impianti». (Ce. Do.)

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