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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2011 alle ore 13:37.

Bomba esplode in un caffè di Marrakech. Numerose vittime(Reuters)Bomba esplode in un caffè di Marrakech. Numerose vittime(Reuters)

«Ha ordinato un succo di arancia e qualche minuto dopo si è fatto esplodere». Così alcuni testimoni raccontano al quotidiano francese Le Figaro cosa è successo stamattina nel celebre Argana cafè, tappa dei turisti la cui terrazza affaccia sulla Jamaa el-Fna, principale piazza di Marrakech. La notizia, in un primo tempo, è stata data da un fotografo della Reuters. Il bilancio provvisorio ufficiale è di 15 morti (almeno 11 gli stranieri - di cui 6 francesi e un inglese - e tre marocchini) e al momento non risultano vittime italiane. Una ventina i feriti.

Il racconto dei testimoni
Un altro testimone spiega che l'attentatore avrebbe invece poggiato a terra una valigia e avrebbe lasciato l'Argana, versione che comunque, pur avallando la tesi dell'attentato, escluderebbe quella dell'attentatore kamikaze. L'esplosione, secondo un giornalista dell'Express presente nella piazza, sarebbe avvenuta alle 11.50 ora locale, le 12.50 in Italia. Immediatamente la grande piazza con il celebre mercato sarebbe riempita di fumo nero. Il fotografo della Reuters si è avvicinato al luogo dell'esplosione e ha visto molti corpi smembrati tra le macerie del caffé, la cui terrazza sopra la piazza è stata completamente distrutta dall'esplosione.

Per le autorità di Marrakech comunque l'unica certezza al momento è che si tratta di un attentato, come ha anche confermato il ministero dell'Interno marocchino in un comunicato. Gli ultimi attentati nel Paese risalgono al 2003 e al 2007, il primo proprio a Marrakech dove morirono 45 persone, il secondo a Casablanca.

Il gruppo 20 Febbraio su Facebook
Ancora non si sa se l'attacco sia collegabile alle rivolte del mondo arabo che hanno interessato da dicembre Tunisia, Egitto, Libia, Bahrein e in questi giorni la Siria o si tratta di un gruppo legato al network terrorista. In questi mesi in Marocco ci sono state manifestazioni, l'ultima domenica scorsa: marce pacifiche in tutto il Paese per chiedere radicali riforme politiche prima che il re Mohammed VI presenti a giugno la nuova Costituzione. Marce organizzate via Facebook - i social network sono il minimo comune denominatore delle rivolte nei i Paesi arabi - dal gruppo di giovani "20 Febbraio". Un gruppo che non accetta la bozza di Costituzione perché - sostengono gli oppositori - è stata scritta dal persone vicino al re: chiedono invece di nominare un comitato che si occupi di stilare il documento.

A marzo re Mohammed ha annunciato che rinuncerà ad alcuni poteri e che renderà i magistrati più indipendenti, tasto dolente nel Paese. Fra le altre richieste, la fine della detenzione politica e chiarimenti sugli affari personali del re che suscitano particolare risentimento popolare, in particolare la holding SNI.

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