Il governo di Mosca chiude i rubinetti della benzina: da maggio stop all'export. Produttori spiazzati

Un'autocisterna davanti all'impianto Rosneft di Achinsk

MOSCA. La Russia interromperà le esportazioni di prodotti petroliferi a maggio a causa della penuria di benzina che da alcuni giorni si registra in molte regioni del paese, Siberia in primo luogo. La decisione è stata annunciata dal Governo di Mosca mentre le code alle pompe rischiano di trasformarsi in una vera e propria crisi ma i produttori hanno già avanzato dubbi sulla possibilità di arrivare a uno stop completo. «In maggio le società non esporteranno. Tutti i volumi di benzina verranno destinati al mercato domestico», ha detto il vice ministro dell'Energia Serghei Kudryashov. La quantità di esportazioni per il mese di maggio, hanno però fatto notare i principali produttori (da Tnk-Bp a Lukoil), sono già state fissate ad aprile e difficilmente potranno essere fermate.

«I nostri contratti sono sacri – ha detto all'agenzia Reuters una fonte di Gazprom – ma se arriverà un ordine in tal senso dovremo obbedire, sarebbe tuttavia la prima volta che accade una cosa del genere». Quello che succederà, ha aggiunto un'altra fonte, sarà che alcune quantità di benzina del mercato spot per l'estero verranno dirottate sul mercato interno.

La scarsità di carburante è stata determinata dall'aumento dell'export che ha visto un +40% nel primo trimestre dell'anno rispetto al 2010. Le quotazioni del petrolio e dei derivati, salite ininterrottamente dopo la crisi nei paesi arabi, hanno spinto i produttori verso l'estero anche perché gli aumenti in Russia sono stati fermati d'autorità da Vladimir Putin. A febbraio il premier impose uno stop ai rialzi dei prezzi preoccupato della reazioni dell'opinione pubblica. Intervento che ha innescato la corsa all'export. Con l'altolà intimato oggi il Governo sembra correre ai ripari ma non è detto che l'annuncio riesca a disinnescare del tutto la crisi.

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