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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2011 alle ore 09:59.

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Berlusconi in tribunale a Milano per il processo MediatradeBerlusconi in tribunale a Milano per il processo Mediatrade

«A conferma di quanto l'avvocato ha rappresentato dichiaro che effettivamente gli intermediari svolgevano un importante ruolo commerciale e cioè quello di farsi carico di tutta quella attività di distribuzione di diritti televisivi sul mercato italiano, francese e altri che le majors non erano attrezzate per svolgere direttamente». È quanto ha detto in aula, all'udienza preliminare per il caso Mediatrade, Silvio Berlusconi, nelle sue brevi dichiarazioni spontanee rese davanti al gup prima di lasciare Palazzo di Giustizia.
Da quanto è filtrato dall'udienza, il premier ha quindi confermato la tesi difensiva dell'avvocato Roberto Pisano, difensore di Frank Agrama, e definito dai pm «socio occulto» del premier. Il presidente del Consiglio ha inoltre sottolineato che la trasmissione del materiale e il doppiaggio dei film destinati alla tv erano attività di cui si faceva carico l'intermediario e «assai rilevanti rispetto alla cessione dei diritti».

Il presidente del Consiglio era giunto verso le 10 di questa mattina al Palazzo di Giustizia di Milano per l'udienza preliminare sul caso Mediatrade dove è imputato insieme al figlio Pier Silvio, al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e altre nove persone per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi che, secondo l'accusa, sarebbero stati acquistati a prezzi gonfiati per creare fondi neri.
«Non voglio in questa occasione stigmatizzare questo fatto, però è certamente qualche cosa che non va nella direzione giusta: avere cioè una democrazia il cui responsabile di governo passa ore in tribunale mentre ci sono tutti questi accadimenti internazionali importanti che richiederebbero la mia presenza nel paese», aveva detto il presidente del Consiglio ai giornalisti prima di entrare in aula. «Questi fatti - ha aggiunto - sono pure invenzioni e rappresentano l'ennesima dimostrazione di una volontà, quella della procura di Milano, che già per 24 volte mi ha portato a processo con delle accuse che gli stessi magistrati, che poi hanno fatto il giudizio, hanno dichiarato infondate. Ma sarebbe bastato che uno di questi colpi fosse andato a segno per eliminare dalla vita politica chi nella vita politica c'è perché il popolo lo ha scelto attraverso elezioni democratiche».

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