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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 15:06.

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La Commissione europea si è detta oggi «molto sorpresa» per le misure sulla concessione per 90 anni di spiagge e altri luoghi pubblici contenute nel decreto Sviluppo. «Questo non sarebbe in linea con le regole del mercato interno, in particolare con la direttiva servizi", ha detto la la portavoce del commissario Ue al Mercato interno Michel Barnier. Leggi l'abc del provvedimento.

Già due lettere di messa in mora all'Italia
«Le autorità italiane non ci hanno ancora inviato il testo del provvedimento - ha detto Chantal Hughes, la portavoce di Barnier - e dopo aver visto gli articoli sulla stampa abbiamo chiesto oggi stesso di mandarci ulteriori informazioni». La portavoce ha ricordato che nel 2009 e nel 2010 la Commissione aveva già inviato due lettere di «messa in mora», il primo passo della procedura di infrazione, sulla questione delle concessioni ai privati di spazi pubblici come le spiagge e per le piazze per i mercati. «Secondo le norme Ue - ha ricordato la portavoce - le concessioni devono avere una durata appropriata e alla fine del periodo limitato deve essere garantita l'apertura alla concorrenza». Secondo Bruxelles, già ora il rinnovo «quasi automatico» delle concessioni dopo 6 anni non garantisce a tutti la possibilità di offrire i propri servizi.

Prestigiacomo: una polemica falsa
«È una polemica falsata, basata sul nulla», ha detto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. «Non vogliamo nè privatizzare, nè vendere le spiagge e tantomeno condonare gli abusi. Vogliamo solo proteggere la peculiarità del settore». Dunque, «non si vuole aggirare le norme Ue, ma difendere i nostri interessi. Non appena sarà distribuito il testo, se ne potranno comprendere le finalità».

Vannucci (Pd): la norma è solo propaganda elettorale
Bolla la norma come propaganda elettorale Massimo Vannucci,
deputato Pd della commissione Bilancio. A suo giudizio il decreto non affronta invece la vera urgenza delle spiagge. Il provvedimento si risolve «in una fumosa norma propagandistica che non produrrà effetti in quanto incontrerà ostacoli insormontabili con la commissione Ue e perchè non concertato con Regioni e Enti locali che hanno oggi la titolarità del demanio marittimo». Quello del governo «è un colpo di teatro che durerà uno spazio di un mattino o quello delle prossime elezioni».

Ecco il testo del decreto
Il decreto Sviluppo varato ieri da Palazzo Chigi, nell'attuale testo a disposizione, prevede concessioni per le spiagge lunghe 90 anni, ma fatto salvo il diritto per chiunque di fare ancora un bagno. È previsto infatti che «per incrementare l'efficienza del sistema turistico italiano, riqualificando e rilanciando l'offerta turistica, fermo restando, in assoluto, il diritto libero e gratuito di accesso e fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione, è introdotto un diritto di superficie avente durata di novanta anni». Questo diritto di superficie «si costituisce sulle aree inedificate formate da arenili, con esclusione in ogni caso delle spiagge e delle scogliere. Sulle aree già occupate da edificazioni esistenti, aventi qualunque destinazione d'uso in atto alla data di entrata in vigore del presente articolo, ancorchè realizzate su spiaggia, arenile ovvero scogliera, salvo che le relative aree non risultino già di proprietà privata, le edificazioni possono essere mantenute esclusivamente in regime di diritto di superficie. La delimitazione dei soli arenili, per le aree inedificate, nonchè la delimitazione delle aree già occupate da edificazioni esistenti, realizzate su terreni non già di proprietà privata, è effettuata, su iniziativa dei Comuni, dalle Regioni, di intesa con l'Agenzia del demanio. Il diritto di superficie si costituisce, e successivamente si mantiene previo pagamento di un corrispettivo annuo determinato dalla Agenzia del demanio sulla base dei valori di mercato. E nel caso sia un'impresa ad acquisirlo dovrà aderire a nuovi, congrui studi di settore appositamente elaborati dalla Agenzia delle entrate e risultare regolarmente adempiente agli obblighi contributivi». Per prevenire abusi, si prevede: le edificazioni esistenti ovvero realizzate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, che risultano in violazione alle nuove disposizioni introdotte «sono senz'altro acquisite di diritto alla proprietà del demanio ed abbattute in danno di colui che le ha realizzate. Le violazioni alla normativa vigente, incluse quelle di rilevanza penale, commesse su aree costituite da spiagge, arenili e scogliere continuano ad essere perseguite ai sensi della legislazione vigente».

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