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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 18:28.
«Abbiamo la scheda elettorale in mano. Adesso bisogna usarla bene per dare una indicazione al Paese e cambiare l'agenda per l'Italia». Questo l'invito lanciato da Viareggio dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Ditelo agli indecisi, agli incerti, agli sfiduciati, a quelli che dicono "sono tutti uguali". Noi non siamo Berlusconi, abbiamo un altro modo di governare e altre idee in testa. E in queste amministrative lo stiamo facendo vedere». E a chi parla di un centrosinistra sfilacciato, Bersani replica: «È incredibile come in realtà sui principi fondamentali gli elettori del nostro schieramento la pensino nello stesso modo da Pordenone a Lucca, da Trieste a Olbia». Guarda Il Punto di Stefano Folli.
In Italia informazione da Bielorussia
«In Italia non c'è un'informazione da Paese democratico, c'è un'informazione da Bielorussia», ha detto Bersani che nei giorni scorsi aveva denunciato la violazione della par condicio. «Anche in questa campagna elettorale si è visto come l'informazione televisiva sia dettata dal premier e come sia sbilanciata in suo favore: la gerarchia delle notizie è dettata dal palazzo e Berlusconi interviene dove e come vuole». Bersani ha anche aggiunto che, dato che oggi si tiene una riunione di Autorità garante delle telecomunicazioni: «Se non vengono presi provvedimenti seri per garantire un'informazione più equa, salgo sul tetto dell'agenzia. Ho già dimostrato che sono in grado di salire sui tetti e lo faccio anche questa volta».
A Milano il Pd è Davide contro Golia
«Domani sarò a Milano. Qua la proporzione della spesa per la campagna elettorale tra Moratti e Pisapia è di 11 a 1. Sono consapevole che è come essere Davide di fronte a Golia, ma la fiducia non mi manca», ha sottolineato il segretario del Pd. Poi scherzando: «Chi ha detto che alla fine Davide non tiri fuori la fionda?».
Ribaltone: al governo Bossi-Berlusconi-Scilipoti
«Abbiamo assistito a un ribaltone - ha detto Bersani - oggi il governo è Bossi-Berlusconi-Scilipoti, impegnati su tutto fuorchè sui problemi degli italiani». Parlando della campagna elettorale, Bersani ha spiegato: «Io parlo di lavoro e lui di processi, io di precariato e lui delle leggi per sè. Non possiamo discutere, non possiamo incrociare le spade».
Napolitano? Sulla sinistra giusto ammonimento
«L'Unione non possiamo più rifarla», ha detto Bersani rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sono state interpretate come un appunto sull'affidabilità della sinistra. «Napolitano non ha detto proprio questo - ha spiegato Bersani - Gli è stato fatto dire di tutto. Ha citato una frase giusta di Giolitti: l'alternativa deve essere credibile. Sono d'accordo, se non potessi proporre un'alternativa credibile di governo, mi riposerei. Si tratta di un ammonimento da tenere presente e noi lo teniamo presente».
Renzi: fino a prova contraria è una risorsa
«Fino a prova contraria sono tutti risorse», ha risposto il segretario del Pd ai giornalisti che gli chiedevano se il sindaco di Firenze Matteo Renzi sia una risorsa. «A me piace la gente che ha lo "sbuzzo" di suo - ha detto Bersani - purchè abbia lealtà verso la "ditta", che deve dare compattezza per dire e fare qualcosa per questo Paese. Una volta capito questo a me vanno strabene tutti».
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