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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 20:13.

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Letizia Moratti accusa Giuliano Pisapia e lui la querela per diffamazione aggravata. La campagna elettorale per il sindaco a Milano si americanizza e sulla scia di quello che avviene oltreoceano si sviluppa su toni ancora più accesi che arrivano allo scontro personale, senza rinunciare a frugare negli angoli grigi del passato dell'avversario. Il sindaco nell'unico confronto tv, a Sky Tg 24, lancia al suo sfidante un attacco al vetriolo, proprio negli ultimi minuti, quando il sipario sta per calare e (in base alle regole prestabilite) Pisapia (che ha aperto il dibattito) non può replicare.

Lei dice: «La Corte d'Assise ha giudicato Pisapia responsabile del furto di un veicolo che sarebbe stato usato per sequestro e pestaggio. Poi il reato è stato amnistiato».
Lui ribatte all'istante, alzandosi, visibilmente irritato: «Queste sono cose che non accetto, è una calunnia di cui risponderà, è una cosa vergognosa».
Il tempo scade e il direttore Emilio Carelli dichiara chiuso l'incontro.
Ma la miccia è accesa e da quel momento in poi brucerà parecchio, da un lato (quello di Pisapia) e dall'altro (quello del sindaco Moratti).

Il candidato del centrosinistra raduna i giornalisti fuori dagli studi di Sky e annuncia querela per diffamazione aggravata.
Letizia Moratti ha citato una sentenza della Corte d'Assise, che dichiarava il reato estinto per amnistia. Nonostante l'amnistia, però Giuliano Pisapia presentò appello, che fu accolto. La III Corte d'Assise d'Appello di Milano presieduta dal dott. Luigi Maria Guicciardi nel procedimento n.76 del 1985 ha assolto Giuliano Pisapia per non aver commesso il fatto. La sentenza recita alle pagine 1562 e 1563: «In conclusione non vi è prova – né vi sono apprezzabili indizi – di una partecipazione del Pisapia, sia pure solo sotto il profilo di un concorso morale, al fatto per il quale è stata elevata a suo carico l'imputazione di furto, dalla quale l'appellante va pertanto assolto per non aver commesso il fatto».

Nel pomeriggio arriva il terzo atto.
Giuliano Pisapia convoca i giornalisti in piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino. E accusa Letizia Moratti di «killeraggio mediatico». Poi chiarisce: «Non ho mai commesso un reato. La mia vita è trasparente. Con una mossa premeditata, programmata a tavolino la signora Letizia Moratti ha ritenuto di fare un'operazione di killeraggio mediatico nel corso di una trasmissione sapendo che non avrei avuto la possibilità di replica». Giuliano Pisapia ricorda di essere stato vittima più di trent'anni fa di «un'ingiusta detenzione. Io stesso - ricorda - ne avevo parlato sul mio blog ed era già stato ripreso da alcuni quotidiani il fatto di essere stato assolto con formula piena. I cittadini hanno diritto di sapere». Poi chiede ai milanesi di voltare pagina, «anche rispetto ai metodi infamanti e indegni di una città che aspira a tornare la capitale morale d'Italia».

Pochi passi più in là, dentro Palazzo Marino, Letizia Moratti tiene una conferenza stampa per precisare che la sua dichiarazione rientrava in un «contesto politico». Il sindaco intendeva cioè dire «sul piano politico che la storia di Pisapia non è quella di un moderato» e che «il contesto politico nel quale lui si muoveva in quegli anni era quello attestato dalla sentenza in primo grado». La Moratti precisa che la sua esternazione non voleva entrare nel merito della vicenda giudiziaria ma fare «una valutazione politica» per «marcare la differenza» tra il suo «itinerario personale di moderata e quello di Pisapia». Quanto alle accuse di slealtà per aver lanciato l'attacco proprio nel momento in c'era possibilità di replica, ribatte: «Da lui sono stata accusata di essere asservita ai poteri forti e serva di un padrone. Questo è leale?»

Silvio Berlusconi ha più volte dichiarato che la partita su Milano è politica più che amministrativa. Il Pdl si gioca il tutto per tutto per mantenere il governo della città, provando a contenere le ambizioni leghiste. Il centrosinistra è convinto di potercela fare a battere la Moratti e considera l'attacco a Pisapia come una manifestazione del nervosismo degli avversari. L'unico effetto di questo scontro - per ora - è una querela per diffamazione aggravata, il risultato che conta arriverà lunedì, martedì al più tardi.

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