Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2011 alle ore 08:10.
Il terzo polo
Nei mesi scorsi avevamo sentito parlare di un terzo polo in formazione. L'offerta politica di queste elezioni dice che il progetto è ancora molto lontano dal realizzarsi. I comuni capoluogo con popolazione superiore ai 15mila abitanti in cui si voterà oggi e domani sono 28 (a Ragusa si vota a fine mese). La precisazione sul numero di abitanti va fatta perché esiste anche il caso assurdo del comune di Villacidro, capoluogo di Provincia del Medio Campidano in Sardegna, che ha solo 14mila abitanti e dove si vota con un diverso sistema elettorale. Fra questi 28 Comuni il terzo polo esiste solo in 13. Negli altri 15 i partiti di centro vanno per conto proprio. L'Udc preferisce il centrodestra. In 11 capoluoghi di Provincia del Sud il partito di Casini è alleato con quello di Berlusconi. A Savona e Grosseto invece ha scelto il centrosinistra. Il partito di Fini è stato più sobrio. In nessun caso è alleato con il partito di Bersani. In due capoluoghi – Fermo e Ragusa – è alleato con il Pdl. Quanto all'Api di Rutelli è presente solo in 13 capoluoghi. Soltanto a Napoli è con Udc e Fli. In qualche caso la troviamo alleata all'uno o all'altro ma nella maggior parte dei capoluoghi ha scelto di andare a sinistra. Certo, sono elezioni comunali e i fattori locali hanno un peso nelle scelte di schieramento. Ma qualche sospetto che non tutto fili lisci nella costruzione del terzo polo è legittimo.
Il centro-sinistra
A rischiare di più in queste elezioni è il centrosinistra. Sui 28 capoluoghi al voto 20 sono stati amministrati dal Pd e alleati. È un dato "vecchio". Appartiene a un'altra epoca. Oggi la situazione è molto diversa. In attesa di una strategia nazionale che coinvolga i partiti del terzo polo, a sinistra ci si è organizzati a livello locale per costruire una alleanza più compatta costituita da Pd, Sel e Idv. Questo è il formato con cui la coalizione di centrosinistra si presenta nella maggior parte dei comuni. Non in tutti però. Anche in questo campo ci sono eccezioni e non sono poche. È soprattutto l'Idv di Di Pietro a distinguersi. In otto casi infatti si presenta contro il Pd. Spesso da sola. Qualche volta alleata con Sinistra ecologia e libertà (Sel). Neanche qui tutto fila liscio. La competizione tra Pd da una parte e Idv e Sel dall'altra è una tentazione cui non sempre si riesce a sfuggire. D'altronde sia il partito di Vendola che quello di Di Pietro si aspettano di conseguire un buon risultato in queste elezioni. Naturalmente a spese del Pd. Sia a destra che a sinistra la situazione è la stessa. I due maggiori partiti se la devono vedere con concorrenti agguerriti all'interno del loro campo. Vedremo domani sera come andrà a finire. È uno dei temi interessanti di questa tornata elettorale.