I 90 anni di Ettore Bernabei, una vita per la Rai: oggi la tv può aiutarci a ritrovare la via giusta

Ettore Bernabei (Ansa)

«La televisione che per mezzo secolo ha provocato il disorientamento culturale di tante persone è oggi il mezzo più idoneo a riportare miliardi di uomini e di donne sulla via del vero e del giusto». Ne è convinto Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai e oggi presidente onorario della Lux Vide, ospite d'onore di un incontro a lui dedicato alla Pontificia Università Lateranense in occasione del suo 90esimo compleanno.

«Certamente - ha spiegato nella sua lectio magistralis - per far questo bisogna che cambino i contenuti dei programmi di intrattenimento televisivo. Al posto di programmi violenti, nichilisti, immanentisti e permissivi occorre che, con il rispetto di tutti, siano proposti modelli di comportamento altruisti e solidaristi, così come fece il grande teatro rinascimentale e il grande cinema della prima metà del Novecento».
Per Bernabei sarebbe necessaria nella società odierna «una salutare bonifica di igiene sociale, aiutando genitori, educatori, politici a guidare l'umanità, in organizzazioni che tutelino i legittimi interessi, senza eccedere in egoismi aggressivi». Un programma ambizioso ma realizzabile con un impegno serio. Reso forse più possibile, per quanto riguarda il servizio pubblico, dalla nomina del nuovo direttore generale Lorenza Lei, considerata vicina a posizioni cattoliche.

«I cattolici, a cominciare da quelli più preparati umanamente e culturalmente, non possono limitarsi - ha ribadito Bernabei, da anni vicino all'Opus Dei - a elogiare le nobili parole di Benedetto XVI» e il suo richiamo all'«urgenza che i cattolici si impegnino nelle attività sociali. Cioè a operare nella vita pubblica, assumendo responsabilità individuali e di gruppo nella comunicazione, nella imprenditorialità economica con finalità sociali e infine nella politica».

Nell'aula magna della Lateranense, gremita di ecclesiastici e di pubblico, c'erano a festeggiare Bernabei anche il sottosegretario Gianni Letta, il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali Claudio Maria Celli e il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.

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