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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 20:12.
L'ammissione di avere sbagliato i toni della campagna elettorale e la preparazione per una svolta. Letizia Moratti, sindaco di Milano uscente e classificata dietro allo sfidante di centrosinistra Giuliano Pisapia al primo turno delle elezioni comunali, ha esternato l'ammissione dei suoi errori di comunicazione dopo un pomeriggio di consultazioni con collaboratori e referenti politici: «Credo che forse, per troppo amore per Milano e per i milanesi - ha detto il sindaco uscente - abbiamo sbagliato i toni della campagna elettorale. Ma ora si apre una fase nuova nella quale possiamo riprendere un contatto con le persone nelle vie, nelle piazze, con le quali abbiamo parlato e passato questi cinque anni». Quanto a possibili alleanze con il Terzo polo Moratti ha ribadito che si apre «una fase nuova nel centrodestra, una fase di dialogo con tutte le forze moderate e tutti coloro che si sono spesi per la nostra città e rappresentano una sua parte importante».
Dal sindaco una nuova strategia
Moratti, si prepara al ballottaggio con una nuova strategia di comunicazione incentrata su se stessa. «Voglio rimettermi in gioco per rafforzare la collaborazione con tutte le forze moderate che hanno bisogno di essere rigenerate e di tornare a credere, a pensare positivamente al proprio futuro», ha detto a chi le ha chiesto se ha parlato oggi con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Alla domanda se il premier sia d'accordo o meno sulla nuova linea per il ballottaggio Moratti ha aggiunto: «Io rispondo alla mia coscienza e ai miei cittadini prima di tutto, questa è la posizione che io sento». Moratti ha aggiunto di avere fatto «anzitutto una riflessione con me stessa, poi anche con il presidente e i partiti. L'ho fatta ascoltando le persone, una riflessione complessiva.
Partita la caccia all'ultimo voto
Un'incredulità gioiosa da una parte, uno sbigottimento inquieto dall'alta. Era l'aria che si respirava ventiquattr'ore fa nei quartier generali di Giuliano Pisapia e Letizia Moratti, ma ora centrosinistra e centrodestra sono pronti a ripartire con la campagna elettorale per il ballottaggio. Un calo tra primo e secondo turno ci sarà, è fisiologico, ma per il resto è di nuovo caccia all'ultimo voto. Intanto un primo risultato certo delle elezioni del 15 maggio a Milano c'è già: la presidenza di tutti e nove consigli di zona va al centrosinistra, con sei presidenti espressi dal Pd, uno da Sel, uno da Sinistra per Pisapia e probabilmente uno dall'Idv. Per i consigli di zona la consultazione è a turno unico, vince cioè chi ha il maggior numero di voti e il centrosinistra ha preso ovunque più consensi della coalizione Pdl-Lega (prima del voto aveva la presidenza solo nella zona 9).
Colmare più di sei punti di distanza non è semplicissimo, ma con il ballottaggio le strade restano aperte. Letizia Moratti ha chiesto al centrodestra di aprire, a partire da Milano, una nuova fase politica. Il Pdl sta discutendo le strategie: occorre ripetere quello che ha fatto la giunta Moratti, a partire dalla decisione di non aumentare tasse e tariffe, bisogna sottolineare «l'estremismo» non tanto di Pisapia quanto dei suoi alleati. I toni restano accesi. «La sinistra che sta venendo avanti a Milano è quella dei centri sociali», sottolinea il coordinatore regionale Mario Mantovani. Insomma in discussione non è Pisapia ma le sue alleanze che «non sono eterogenee», secondo il ministro Mariastella Gelmini e «non sono in grado di garantire quello che l'alleanza di centrodestra ha garantito a Letizia Moratti e alla città».
Non è ancora chiaro se Silvio Berlusconi deciderà di impegnarsi anche nella campagna elettorale per il ballottaggio meneghino. Pesa soprattutto però il silenzio di Umberto Bossi che tace per il secondo giorno consecutivo, dopo il voto. Che i rapporti tra la Lega (o meglio, i leghisti) e la Moratti non fossero idilliaci non è una novità. Ora però i sospetti di voto disgiunto (sì per il Carroccio, no per il sindaco) confermati da alcuni elettori attraverso Radio Padania pesano parecchio. Il capolista della Lega a Milano Matteo Salvini promette: «Al ballottaggio daremo il 101%, però occorre condurre la campagna elettorale sui temi concreti di Milano e non su vicende degli anni Settanta».
Pure Giuliano Pisapia è pronto a ripartire. Nelle strade di Milano sono apparsi manifesti di ringraziamento per il risultato ottenuto: «Grazie Milano ora si cambia davvero». L'avvocato nel suo blog ha postato un appunto: «E il bello deve ancora arrivare...». «Ho il cuore pieno di riconoscenza - ha scritto - perché quello che abbiamo raggiunto, la cima dell'Everest senza l'ossigeno, la luna con l'aeroplanino di carta, è stato grazie a tutti noi».
Al netto deI calo di consensi per Pdl e Lega e per il sindaco uscente Letizia Moratti, quella del centrosinistra è una vittoria di Pisapia ma anche del Pd. Che, dopo la sconfitta del suo candidato alle primarie (Stefano Boeri, ndr), ha saputo ricompattarsi attorno all'avvocato. Lo stile pacato di dialogo di Pisapia e il sostegno di una certa borghesia (come dimostra l'appoggio convinto di Piero Bassetti) hanno fatto il resto. Ora però i cattolici del Pd vorrebbero da Pisapia un annuncio importante, magari per l'ingresso nella squadra del sindaco di un esponente di area, qualcuno del mondo dell'associazionismo, possibilmente vicino al Cardinale Dionigi Tettamanzi.
Il nodo vero per entrambi resta però il dialogo con il Terzo polo e con il Movimento 5 stelle. Il coordinatore nazionale di Fli, Roberto Menia, precisa che Manfredi Palmieri «si confronterà sia con Pisapia che con la Moratti, poi l'indicazione sarà data sulla base dei programmi». Pisapia strizza l'occhio a entrambi. «Su temi come il rispetto, la solideriatà, soprattutto verso le donne, credo che il terzo polo e il movimento 5 stelle siano più vicini al centrosinistra che al centrodestra». Moratti auspica una riunificazione del centrodestra.
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