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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2011 alle ore 23:29.

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In Spagna irrompono sulla scena gli "indignados" di Movimento 15MIn Spagna irrompono sulla scena gli "indignados" di Movimento 15M

Come reagiscono i partiti? Il Psoe cerca di intercettare propagandisticamente la protesta, sottolineando che il Pp e più lontano dalle istanze che salgono dalla piazza di quanto non lo siano i socialisti, ma è in difficoltà soprattutto per il fatto di essere al governo del paese e di dover gestire l'ordine pubblico. Il Pp cerca di descrivere il movimento come antigovernativo e quindi come critico, in definitiva, delle zoppicanti politiche economiche del governo Zapatero. I partiti minori, in primo luogo i postcomunisti di Izquierda Unida e la Unión Progreso y Democracia, il movimento politico antiregionalista guidato dall'ex socialista Rosa Díez, si godono il fatto di essere fuori dal mirino, concordano sulla necessità di una riforma elettorale in senso proporzionale e, secondo quanto emerge da carotaggi giornalistici delle intenzioni di voto dei manifestanti, potrebbero rosicchiare qualche consenso tra chi non opterà per astensione, scheda bianca o scheda nulla.

Qualcuno "manovra" il movimento? Benché i portavoce dei presidi di protesta ripetano fino alla nausea che si tratta di una mobilitazione apartitica e spontanea, senza gerarchie e senza "padrini", su alcuni giornali, specie quelli vicini al centrodestra, ci sono analisti che sospettano eterodirezioni della piazza, volte a intorbidare l'annunciata vittoria del Pp nelle elezioni amministrative. Tra i campioni delle teorie complottarde, qualcuno arriva a subodorare l'azione dei servizi e quindi la longa manus del vicepremier Rubalcaba, che – secondo Carlos Dávila, direttore de La Gaceta (un quotidiano incline ad atteggiamenti giornalistici ultrà) – "quanto ad agitazione sociale ne sa più di Lenin". Eppure i socialisti sembrano presi alla sprovvista da moti che non risparmiano per nulla il loro partito.

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