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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2011 alle ore 18:42.

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Francesca Schiavone durantei quarti contro Caroline Wozniacki. Mag 20, 2011. (REUTERS/Francois Lenoir)Francesca Schiavone durantei quarti contro Caroline Wozniacki. Mag 20, 2011. (REUTERS/Francois Lenoir)

Chi avrebbe immaginato, un anno fa a quest'ora, di poter ammirare una giocatrice italiana intenta a sollevare il leggendario trofeo del Roland Garros, tra le ovazioni del pubblico del Philippe Chatrier? Nessuno, tranne forse qualche sparuto discendente della Sibilla Cumana, incurante del rischio di venire etichettato come visionario.

Parlavamo, allora, di Nadal e di Federer che giusto l'anno precedente aveva conquistato il suo primo, e ad oggi unico, titolo parigino. Poi, inatteso com'è nella natura di ogni prodigio, il miracolo. Francesca Schiavone superava Wozniacki ai quarti, Dementieva (con l'aiuto di un infortunio della bella russa) in semifinale e Stosur in un match che valeva un posto in paradiso. «Un angelo passa sul Roland Garros», titolò il Journal du Dimanche. Un cherubino combattente, però, certo più leonessa che creatura celeste.

Un anno dopo, tutto è cambiato. I riflettori, non solo quelli di casa nostra, sono puntati sulla Schiavone. La campionessa in carica è chiamata, per definizione , a difendere il titolo. Una situazione ben diversa da quella di outsider che si incammina verso il trionfo quasi in punta di piedi. Gli sguardi fissi sulle teste di serie, l'intruso viene notato solo nelle fasi finali del torneo che, comunque, può affrontare con il cuore e la mente leggeri.

Nei mesi successivi al trionfo parigino, tuttavia, Francesca ha dimostrato di essere stata protagonista di un miracolo ma di non vestire i panni della miracolata. Ha fatto un'ottima figura agli Us Open e si è qualificata per il Masters di fine anno. La prima parte del 2011 è stata meno esaltante ma, se c'è un torneo nel quale la sua stella ha brillato, è stato quello australiano. E questo non è un particolare da poco, perché ci dice che la Schiavone, soprattutto negli ultimi tempi, dà il meglio proprio negli Slam. Una caratteristica che contraddistingue i veri campioni.

Detto questo, anche tenendo conto della buona performance di questa settimana a Bruxelles (dove ha raggiunto la prima semifinale dell'anno), è difficile credere che la Leonessa possa concedere il bis sul palco del Roland Garros. Comunque, anche in considerazione dell'incredibile vuoto di potere che si è creato nel circuito femminile, non poniamo limiti alla provvidenza e prepariamoci a tifare il nostro arcangelo guerriero…

Tutt'altro discorso merita la competizione maschile. Dopo anni di strepitoso quanto monotono dominio di Rafa Nadal, la situazione si fa ora incandescente con l'arrivo del ciclone Djokovic. Nole è il giocatore del momento oltre che, anche se il computer tarda ad accorgersene, il vero numero uno del mondo. Con 37 vittorie consecutive nel 2011 (che diventano 39 se aggiungiamo le ultime due del 2010), fino ad ora si è dimostrato semplicemente inarrestabile. Tanto che, dal confronto con il serbo, anche il mancino di Manacor è uscito con le ossa rotte. Quattro successi di Novak su altrettanti incontri, dal 1 gennaio ad oggi, due dei quali (udite udite) sulla terra rossa ed entrambi senza bisogno di ricorrere al terzo set. Ce n'è abbastanza perché il fuoriclasse iberico, a caccia del sesto trofeo parigino (con il quale eguaglierebbe il record di Bjorn Borg), incominci a preoccuparsi.

Certo, sul rosso il favorito deve essere considerato ancora Rafa, in particolar modo quando si gioca al meglio dei tre set su cinque, ma la sfida è più aperta che mai. Né bisogna dimenticarsi che, lungo il cammino, Nole potrebbe trovare Roger Federer, all'altezza delle semifinali. È vero che lo svizzero da lungo tempo appare lontano dalla sua forma migliore ma fare i conti senza di lui potrebbe rivelarsi un errore imperdonabile. Se, per caso, dovesse improvvisamente ricordarsi di come giocava Re Roger, tornerebbe immediatamente a essere un candidato naturale al titolo. Rimane, quindi, l'incognita Andy Murray a completare il puzzle. Solitamente impacciato sulla terra battuta, il britannico sembra avere fatto notevoli progressi e ha impressionato sia a Madrid che, soprattutto, a Roma dove è arrivato ad un passo dallo sconfiggere super-Nole.

Ciò detto, alla vigilia delle gare, lo Slam francese si presenta come un "affaire" tra Nadal e Djokovic, una resa dei conti dalla quale il vincitore uscirà inevitabilmente con il marchio di numero uno.

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