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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2011 alle ore 17:17.

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Nella foto il presidente della Cei, Angelo Bagnasco (Ansa)Nella foto il presidente della Cei, Angelo Bagnasco (Ansa)

Alla politica «inguardabile e rissosa» chiede «un soprassalto di responsabilità». Perché, avverte, «la gente è stanca di vivere nelle rissa e si sta disamorando sempre di più». E sulla pedofilia, in una Chiesa che stenta a riprendersi dopo gli ultimi casi di abusi sui minori, assicura il massimo impegno della Cei e annuncia che presto saranno pronte delle linee guida anti-pedofili, frutto di un gruppo interdisciplinare di esperti al lavoro da un anno. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, mette in fila le priorità aprendo l'assemblea annuale dei vescovi e rivolge subito un monito alla politica, alla quale sollecita l'immediata approvazione della legge sul biotestamento. Ma non risparmia una dura reprimenda nemmeno ai media colpevoli di «fondersi troppo con la politica».

La politica è ormai inguardabile e ridotta a litigio perenne
Le prime parole del cardinale genovese sono tutte però per lo spettacolo messo in scena dai politici in campagna elettorale. «La politica che ha oggi visibilità è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e noiosa». Per Bagnasco questo «è il dramma del vaniloquio, dentro alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità». Ad ogni modo, prosegue il cardinale, la Cei lavora per «preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l'entusiasmo di votarsi al bene comune. Affinché l'Italia goda di una nuova generazione di politici cattolici - chiarisce ancora il porporato - la Chiesa si sta impegnando a formare aree giovanili non estranee alla dimensione ideale ed etica, per essere presenza morale non condizionabile».

La reprimenda alla stampa: troppo fusa con il Palazzo
Bagnasco rivolge anche un appello ai media criticandone l'eccessiva subalternità rispetto alla politica. «A potenziale contrasto - aggiunge Bagnasco - c'è una stampa che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro».Il cardinale avverte quindi che «la gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto».

Un gruppo di esperti al lavoro da un anno
Il presidente della Cei è poi tornato sulla piaga della pedofilia («infame emergenza ancora non superata») e ha chiarito i termini dell'impegno dei vescovi. Un «gruppo interdisciplinare» di esperti, incaricato dalla presidenza della Cei, ha spiegato il cardinale, è al lavoro da oltre un anno per «tradurre» per l'Italia le indicazioni del Vaticano per le linee guida della Chiesa contro la pedofilia dei preti. E il risultato del suo lavoro «sarà presto portato all'esame» degli organi statutari della Conferenza episcopale italiana. Un annuncio che arriva a pochi giorni dall'arresto a Sestri Ponente di don Riccardo Seppia, parroco accusato di rapporti omosessuali anche con minorenni e di abuso di droghe. «Sull'integrità dei nostri sacerdoti non possiamo transigere, costi quel che costi. Anche un solo caso, in tale ambito, sarebbe troppo. Quando poi i casi si ripetono, lo strazio è indicibile e l'umiliazione totale», ha detto il cardinale Bagnasco ripetendo «il grido amaro già risuonato nell'assemblea dello scorso anno. Le ombre, anche le più gravi e dolorose, non possono oscurare il bene che c'è».

Nessun particolare sulla composizione della task force
Bagnasco non ha fornito particolari sul gruppo di esperti, ma la sua costituzione sembra in linea con l'azione intrapresa da tempo da altre Conferenze episcopali nel mondo per combattere la pedofilia. E con la necessità di raccogliere dati e informazioni a livello nazionale sui casi di pedofilia. Fino all'anno scorso i vescovi italiani non avevano ritenuto di procedere in tal senso. La scelta di collaborare con la giustizia civile invece è sempre stata affermata con decisione dalla Chiesa italiana, come pure la necessità di smascherare eventuali «coperture» da parte di vescovi a preti accusati di pedofilia. (Ce.Do.)

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