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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 18:47.

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Italia, non c'è più la "bella vita" (Olycom)Italia, non c'è più la "bella vita" (Olycom)

La bella vita? Non è più quella dell'Italia, sorvegliata speciale dei mercati finanziari e in ansia per i sacrifici della prossima manovra. La stampa estera ne prende atto: il Belpaese non è più così bello, almeno per chi ci vive e ci lavora. "In realtà, l'Italia è in difficoltà da anni, ma gli investitori se ne accorgono solo ora", nota il Wall Street Journal in un commento sul blog The Source intitolato "La non tanto bella vita dell'Italia".

A suonare il campanello d'allarme è stata l'agenzia di rating Standard & Poor's, avvertendo che l'Italia rischia il declassamento. Questo perché, spiega il Wsj, "la debole crescita economica rende difficile vedere come possa ragionevolmente ridurre il suo enorme debito pubblico".
Secondo quanto scrive Alen Mattich sul Wsj non c'è da sorprendersi che aumentino i timori di default italiano: "Senza crescita - che anche con cambiamenti strutturali non arriverà presto – o inflazione, la sola strada lasciata aperta per l'Italia è di fare default".
La decisione di S&P di modificare da "stabile" a "negativo" l'outlook per l'Italia ha "scioccato" molti, osserva sul Wsj Francesco Guerrera, che racconta di aver ricevuto dall'Italia telefonate esagitate di chi voleva lasciare il Paese e chi voleva ritirare tutti i soldi dalla banca.
Italia e Spagna, colpite dalla paura del contagio, se la prendono con la Grecia: lo mette in evidenza in prima pagina il New York Times, osservando che l'accentuarsi delle divisioni tra partner dell'eurozona "solleva nuovi dubbi sulla loro capacità di risolvere la crisi del debito che continua a sobbollire da oltre un anno".

Paesi in difficoltà come l'Italia e la Spagna – nota il Nyt - temono che un fallimento dei tagli alla spesa da parte della Grecia porti gli investitori a metterle nello stesso calderone. E quindi sono Italia e Spagna – e non tanto la Germania o la Banca centrale europea – a insistere sulla necessità di austerità.
Quando a Lussemburgo il 6 maggio fu convocata l'ormai risaputa riunione "segreta", la Grecia "probabilmente non si aspettava" che a rimproverarla di più fossero Italia e Spagna.
In Italia, osserva il Nyt, la modifica dell'outlook da parte di S&P ha "ravvivato la paura a lungo sopita" che, nonostante "il molto ammirato programma di tagli al deficit", l'invecchiamento della popolazione e la mancanza di competitività impediscano all'Italia di generare la crescita necessaria per intaccare il debito complessivo. "A quota 120 % del Pil, quel debito è tra i più alti d'Europa". A ridimensionare l'allarme sono arrivati i giudizi delle agenzie di rating concorrenti. Lo sottolinea un lancio Ap, ripreso dal Washington Post e da altri siti Usa: "Fitch e Moody's mantengono stabile il rating dell'Italia dopo che S&P ha abbassato l'outlook a negativo".

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