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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2011 alle ore 18:22.

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«Mi sono dimessa perché ho fatto il mestiere di magistrato con orgoglio e con onore: pensavo di poter dare al governo il mio piccolo contributo, invece ho capito di essere incompatibile». Intervistata dal Corriere della Sera, Daniela Melchiorre ha spiegato così il suo addio al governo, dopo le esternazioni del premier Berlusconi contro i magistrati al G8 di Deauville. Esclude, l'esponente LibDem, che ciò sia dovuto a una controversia sulle sue deleghe da sottosegretario o a un niet alla promozione a viceministro e osserva «un conto è pianificare una riforma della giustizia altro è insultare i magistrati e delegittimarli davanti al mondo, come potevo immaginare che Berlusconi sarebe arrivato a tanto?».

A chi le chiede se la mossa preluda anche una rottura con il Pdl da ratificare dopo l'esito dei ballottaggi, l'ex sottosegretario allo Sviluppo economico risponde dicendo che «sui ballottaggi non mi pronuncio ma nessuno può dire cosa succederà dopo». Una cosa invece la dice su di sè: «In un Paese in cui l'istituto delle dimissioni non è contemplato, ho fatto un gesto forte, un gesto di dignità. E chi non è abituato ad avere a che fare con una donna con le palle gioca a massacrarmi».

«Noi Liberaldemocratici abbiamo un solo riferimento, l'articolo 68 della Costituzione. Un deputato è eletto senza vincolo di mandato. Non siamo legati a nessuno, facciamo le cose di cui siamo convinti». Lo ha detto il coordinatore del partito Italo Tanoni in un'intervista al Messaggero spiegando le dimissioni di Daniela Melchiorre da sottosegretario allo Sviluppo. «Non si può parlare all'uomo più potente del mondo di problemi personali», dice riferendosi al colloquio di Berlusconi con Obama, «la goccia che ha fatto traboccare il vaso»: «la questione della giustizia non è al primo posto, per noi ci sono altre priorità, come quella economica». Tanoni non si esprime sull'uscita «ufficiale» dei Liberaldemocratici dalla maggioranza: «Ora ci sarà la direzione del partito a valutare la posizione della presidente Melchiorre - afferma -. Avrà luogo dopo i ballottaggi e dovrà prendere in esame i vari aspetti della questione».

«Dubbioso». Così si definisce il ministro della Difesa Ignazio La Russa a proposito delle motivazioni addotte dal sottosegretario allo Sviluppo economico Daniela Melchiorre per giustificare le sue dimissioni. «Dubito che le sue ragioni siano esattamente quelle uscite sui giornali», ha detto La Russa a margine di un evento ad Arconate, nel Milanese. A non convincere il ministro è il fatto che la rappresentante dei Liberaldemocratici abbia maturato la sua decisione dopo le esternazioni del premier Berlusconi contro i magistrati al G8 di Deauville. «Mi sembra un po' da creduloni - ha sostenuto La Russa - che sia solo quella la ragione, perché non è che Berlusconi fino al giorno prima fosse tenero con i magistrati».

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