Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 06:41.

My24


MILANO
Non naviga in buone acque il "Calcio italiano Spa". E se la A viaggia da un paio di stagioni con costi superiori ai ricavi per 170-180 milioni, le serie minori (in termini relativi) se la passano anche peggio. Solo nelle ultime tre stagioni – dal 2007 al 2010 – A, B e Lega Pro hanno macinato perdite per quasi un miliardo di euro (per la precisione, 947 milioni).
I bilanci in profondo rosso – come evidenziato nel «Reportcalcio 2011» realizzato da Arel, Pwc e dal centro studi della Figc (diretto da Michele Uva) – rivelano uno stato di crisi che, senza investimenti strutturali, rischia di retrocedere definitivamente il calcio professionistico tricolore, a vantaggio di Premier, Bundesliga e Liga spagnola. E di renderlo sempre più "permeabile", specie nelle categorie inferiori, alle infiltrazioni della criminalità organizzata e a flussi di denaro di dubbia provenienza.
La situazione può riassumersi in questi termini: la linea dei ricavi (2,5 miliardi) non può crescere ulteriormente, a meno che non si costruiscano stadi di proprietà (solo la Juventus ne disporrà dalla prossima stagione), ma la legge per incentivare la privatizzazione degli impianti, approvata dal Senato, giace da oltre un anno alla Camera; dai diritti tv il sistema percepisce già più di un miliardo all'anno e, mentre in Lega A si litiga ancora sugli ultimi 200 milioni legati ai bacini d'utenza dell'accordo 2010-2011, c'è il concreto pericolo che dalla prossima contrattazione collettiva (per gli anni 2012-2015) gli introiti possano anche leggermente calare; i costi di gestione (2,8 miliardi), imputabili soprattutto agli ingaggi (1,5 miliardi) e agli ammortamenti (0,5 miliardi), al contrario, nonostante l'impegno assunto da molti club di prima fascia di tagliare i compensi, stentano a contrarsi. D'altronde, stipendi più bassi significano meno campioni in squadra e dunque un minor appeal delle squadre italiane sul mercato, con incassi decrescenti per diritti tv, sponsorizzazioni (369 i milioni ottenuti nel 2009-2010) e biglietti staccati al botteghino (275 milioni). Insomma, si potrebbe avviare una spirale ancora più negativa.
Più nel dettaglio, il prodotto della massima serie vale 2.097 milioni a fronte di 2.267 milioni di costi (1.493 milioni dei quali per spese legate al "personale"). I ricavi arrivano, per quasi due terzi (al netto delle plusvalenze), dalle emittenti radiotelevisive: una teledipendenza sconosciuta alle altre Leghe europee. La Premier, per esempio, che pure ha molti club indebitati, su un fatturato di 2,4 miliardi incassa solo il 50% dai diritti tv. E in Germania, i ricavi complessivi (1.548 milioni) derivano solo per un terzo da questa voce.

Shopping24

Dai nostri archivi