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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2011 alle ore 18:05.

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Black out alle Poste: c'è bisogno di un'AuthorityBlack out alle Poste: c'è bisogno di un'Authority

Servizi bloccati ormai da cinque giorni, pensionati inferociti, minacce di class action. Il black out delle Poste sembrava destinato a dissolversi come una nuvola passeggera nel giro di un fugace weekend ma anche la settimana lavorativa è iniziata nel peggiore dei modi. Venerdì scorso Poste Italiane, garantendo con prontezza scuse e lavoro fuori orario per smaltire parte dell'arretrato, ha spiegato che l'inconveniente è dovuto a un malfunzionamento del software. Aver aperto una nuova settimana all'insegna degli stessi disservizi ripropone però le medesime domande su cause e responsabilità.

E non giova di certo la mancanza di un'Authority indipendente per il settore. Da registrare a questo proposito il richiamo solitario del commissario dell'Agcom Gianluigi Magri – che parla di «incredibili episodi» nell'era «della tecnologia e della comunicazione» – ma l'intervento, è il caso di sottolineare, è pur sempre a titolo personale.

Perché l'Agcom, nonostante le richieste avanzate dal presidente Corrado Calabrò, non ha mai ottenuto competenze sul tema, affidate invece dal governo a un'agenzia che sarà emanazione del ministero dello Sviluppo economico e il cui assetto non è ancora definitivo. Ora più che mai, visto il caos di questi giorni, c'è bisogno di un garante operativo, pronto a far chiarezza non solo su tariffe e concorrenza ma anche sui disservizi.

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