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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 16:23.

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Solo qualche giorno fa aveva definito «attraenti» alcuni quesiti, come quelli sull'acqua, non sciogliendo però la riserva su cosa avrebbe fatto la Lega ai referendum del 12-13 giugno (guarda il vademecum per il voto). Ora Umberto Bossi ha deciso che non andrà a votare. Ad annunciarlo stamane il capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Marco Reguzzoni. «Da quel che mi risulta Bossi non andrà a votare». E sui quesiti nessuna indicazione di voto: la linea della Lega è libertà di coscienza. «Ciascuno - precisa Reguzzoni - decide come meglio crede».

Nella Lega crescono i distinguo
Insomma, Bossi offre una sponda a Silvio Berlusconi in zona Cesarini nel tentativo di fermare il treno del referendum che viaggia ormai spedito dopo il via libera ieri della Consulta. Ma, a via Bellerio, non mancano comunque i distinguo: nettamente schierati contro il nucleare i governatori del Veneto e del Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota. Il primo ha poi annunciato il proprio "sì" anche sul quesito per l'acqua, seguito a stretto giro anche dal sindaco leghista di Varese, Attilio Fontana. Senza contare che la base del Carroccio sembra intenzionata a non disertare le urne.

Fini: bene Napolitano, io vado a votare
Come farà anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini,che ha lodato la posizione del capo dello Stato («io sono un elettore che fa sempre il suo dovere», ha detto due giorni fa Giorgio Napolitano) e ha annunciato che domenica parteciperà alla consultazione referendaria. «Sì, io vado a votare, l'ho detto chiaramente. Se è vero che ultimamente si è abusato del voto referendario in questo momento però il referendum non gode di buona salute e questo mi dispiace». Mentre il governo ribadisce, con il ministro Paolo Romani, che il quesito sul nucleare affronta una questione già archiviata. «Abbiamo già abrogato la legge che consentiva di tornare al nucleare. Andiamo a fare un referendum su un argomento che il governo ha già risolto».

Conti: la parola ai cittadini. Scaroni: non voto mai per principio
Intanto, però, sulla consultazione di domenica si registra anche l'intervento dell'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. «I cittadini - ha detto Conti a margine di un'audizione al Copasir - avranno la parola per impostare una polita energetica corretta per il Paese». Mentre l'ad di Eni, Paolo Scaroni, si schiera contro l'appuntamento elettorale. «Non voto mai a nessun referendum per una questione di principio. Per me un referendum abrogativo è in generale una follia».

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