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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 06:40.

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CITTÀ DEL VATICANO
Domani il dossier relativo alla nomina del nuovo arcivescovo di Milano potrebbe già arrivare sulla scrivania di Benedetto XVI. Con un nome su tutti: Angelo Scola. Ieri la riunione plenaria della Congregazione dei Vescovi ha concluso il suo lungo lavoro con l'indicazione dell'attuale Patriarca di Venezia, che a questo punto è il candidato ufficiale – e "riservato" – a sostituire il cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha 77 anni e ha già ottenuto una progroga biennale nell'incarico. Ieri alla riunione il prefetto della Congregazione dei Vescovi si è presentato con una terna di nomi: oltre a Scola figuravano Francesco Lambiasi, arcivescovo di Rimini, e Aldo Giordano, Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa. Il "ponente" incaricato di illustrare la situazione è stato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei: di solito il capo dei vescovi italiani interviene di persona in caso di indicazioni particolaremente importanti. Perchè di indicazione si tratta: sarà il Papa a decidere, e potrebbe anche optare per un'altra scelta, anche se a questo punto si tratta di un'ipotesi del tutto teorica.
La procedura di nomina di un vescovo parte dal nunzio apostolico del paese di competenza, quindi in questo caso monsignor Giuseppe Bertello. La nunziatura di norma conduce le indagini relative, preparando, spedendo e organizzando i questionari in cui si chiede quale potrebbe essere il giusto profilo del nuovo pastore, e aggiorna la lista dei preti proposti periodicamente dai vescovi come idonei per l'episcopato. Una volta completata l'istruttoria propone alla Congregazione una terna di candidati.
Nel caso di Milano si è trattato di una consultazione a largo spettro durata mesi e che ha coinvolto una larga base di prelati e organizzazioni ecclesiali. Si è trattato di una procedura sostanzialmente diversa dalle precedenti nomine per la sede ambrosiana: nei casi di Ildefonso Shuster (nominato nel 1929), Giovanni Colombo (1963), Carlo Maria Martini (1979) e Dionigi Tettamanzi (2002) si trattò di nomine decise direttamente dai diversi Pontefici senza consultazioni o quasi. Questa volta – affermano da tempo fonti vaticane – Benedetto XVI ha voluto che fosse eseguita un'istruttoria molto scrupolosa, data la centralità della nomina alla guida della diocesi tra le più grandi del mondo, con 1108 parrocchie che innervano un territorio dove vivono oltre 5 milioni di persone.
Da tempo il nome di Scola era emerso come tra i più probabili – da sempre è stretto il legame con il Papa, rinsaldato nella recente visita a Venezia di cui Benedetto XVI è rimasto molto favorevolmente impressionato – e per qualche tempo si era affiancato quello del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura – anche lui molto stimato da Papa e dal segretario di Stato, Tarcisio Bertone – e alla fine anche quello di Pietro Parolin, nunzio in Venezuela. Già domani il prefetto dei Vescovi, Marc Ouellet, potrebbe portare il dossier a Benedetto XVI (di solito l'udienza dedicata alle nomine è di sabato mattina) ma per l'ufficializzazione i tempi si allungano di qualche giorno. Infatti il 26 giugno è in calendario a Milano la beatificazione di padre Clemente Vismara che sarà presieduta da Tettamanzi. Quindi l'annuncio avverrà quasi certamente dopo, forse il 29 giugno.
Scola, 70 anni il prossimo novembre – brianzolo di Melgrate, figlio di una casalinga e di un camionista di fede socialista – ha alle spalle una solida preparazione teologica e collabora alla fondazione della rivista internazionale Communio: entra allora in contatto con Joseph Ratzinger. In gioventù diventa anche amico di don Giussani e partecipa attivamente a Comunione e Liberazione, a cui rimarrà sempre legato - con Roberto Formigoni c'è un'amicizia che risale agli anni giovanili a Lecco - pur tra esperienze del tutto diverse, come la presidenza della Fuci milanese a metà degli anni '60. Nei decenni alterna l'insegnamento alla Lateranense - di cui diverrà rettore nel 1995 - alla guida di diocesi, tra Grosseto nel 1991 e nel 2002 a Venezia, che gli varrà nel 2003 la porpora cardinalizia.
Nel 2007 era il candidato più accreditato alla successione di Camillo Ruini alla guida della Cei, ma la scelta - propiziata dalla Segreteria di Stato - cadde su Bagnasco. Dalla Cattedra di San Marco Scola ha istituito il polo pedagogico accademico Studium Generale Marcianum e ha fatto nascere la rivista Oasis, che promuove la reciproca conoscenza e l'incontro tra cristiani e musulmani.
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