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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2011 alle ore 18:23.

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La giustizia sportiva
Il procuratore della Federcalcio Stefano Palazzi sarà lunedì a Cremona per incontrare il procuratore cremonese Roberto Di Martino. Sarà un momento cruciale per l'inchiesta, perché dalla prossima settimana, dopo aver acquisito gli elementi che la Procura cremonese sceglierà di condividere, la giustizia sportiva dovrà procedere autonomamente per arrivare a infliggere evetnuali penalizzazioni in vista del prossimo campionato. La Procura della Figc, finita sul banco degli accusati negli ultimi giorni con il ritardo con cui svrebbe reagito a una serie di segnalazioni e denunce di match truccati e possibili atti di corruzione, preme per aver accesso al maggior numero di documenti e riscontri. Anche se il livello della "prova" per i giudici sportivi per l'accertamento degli illeciti e per le sentenze di condanne è diverso da quello necessario alla magistratura ordinaria. Non si può parlare di giustizia sommaria, evidentemente, ma le garanzie e i criteri di selezione degli indizi sono meno rigorosi e formali di quelli cui devono attenersi i tribunali. Acquisita la ragionevole certezza dell'esistenza di una combine i giudici sportivi potranno punire, oltre che i singoli tesserati, anche i club per via della responsabilità oggettiva.

I club più a rischio
Cremonese e Benevento, squadre in cui militava e in cui milita il portiere Marco Paoloni, sono coinvolte frequentemente nei match "chiacchierati". Il Ravenna è stato protagonista in quattro delle partite sotto esame, l'Atalanta in tre, Ascoli e Spezia in due. In almeno un match sub judice hanno giocato - a parte la truffa fallita di Inter e Lecce - Monza, Paganese, Viareggio, Livorno, Taranto, Piacenza, Verona, Cosenza, Reggiana, Alessandria, Pisa, Sassuolo e Siena.

Stando a qunnto fin qui emerso da intercettazioni e interrogatori, in B i risultati più in bilico sembrano la promozione dell'Atalanta e la salvezza dell'Ascoli. Atleti di entrambe le squadre risultano infatti indagati, anche se con differenti gradi di colpevolezza. D'altro canto, se la responsabibilità oggettiva pende come una spada di Damolce sui club, la giustizia sportiva riconosce un trattamento meno severo alle società che si dimostrano in buona fede. Non a caso, molti team si sono subito dichiarati parti lese e hanno annunciato che si costituiranno parti civili. In Lega Pro, per esempio, si profila già una chiara distinzione tra la responsabilità oggettiva della Cremonese che ha denunciato l'«avvelenamento» dei propri atleti alla Procura dopo il match con la Paganese del novembre 2010 da cui è scaturita l'indagine e quella del Ravenna il cui direttore sportivo, Giorgio Buffone, è direttamente coinvolto nell'inchiesta.

La rabbia del Piacenza

"Non mi sento di iscrivere la squadra alla categoria inferiore di Lega Pro. La recente inchiesta della magistratura, per l'ennesima volta, ha fatto emergere un calcio violentato da scommesse illecite".

Con un durissimo comunicato Fabrizio Garilli, presidente del Piacenza, dopo il pareggio con l'AlbinoLeffe, nella finale di ritorno dei playout di Serie B che è costato al club emiliano la retrocessione in Prima Divisione, ha annunciato che non iscriverà il Piacenza alla Lega Pro.

"Abbiamo richiesto immediatamente –ha spiegato Garilli - di sospendere la disputa dei playout sul presupposto che fosse necessario accertare i fatti prima di concludere il campionato in corso. Abbiamo anche fatto presente che, proprio in seguito alle notizie emerse dagli organi di comunicazione, la nostra società non era in grado di adempiere alla stessa norma federale che prevede l'obbligo di schierare la migliore squadra in campo. Le nostre richieste non sono state accolte. Da vent'anni siamo tra le 11 società a non essere state retrocesse in serie C. Per fare questo abbiamo profuso oltre 100 milioni di euro nel Piacenza Calcio. Abbiamo creduto in un calcio pulito. Quanto sta accadendo contrasta con la mia mentalità e con quella dell'attuale Piacenza Calcio. Per questi motivi rendo noto alle istituzioni, ai tifosi, e ai piacentini tutti che oggi non mi sento di iscrivere la squadra alla categoria inferiore di Lega Pro. E poiché mi rendo conto che tale decisione potrebbe comportare un grave pregiudizio per lo sport piacentino, invito chi fosse realmente interessato, a manifestare subito e apertamente le proprie intenzioni, poiché in questo momento il termine ultimo per l'iscrizione al campionato 2011-2012 è il 30 giugno 2011".

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