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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2011 alle ore 22:41.

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A una settimana dalla chiusura di Annozero e dall'addio alla Rai, Michele Santoro torna con "Tutti in piedi: signori entra il lavoro", la serata che ha organizzato per la festa dei 110 anni della Fiom. E che è stata trasmessa in diretta su Current Tv, su alcune emittenti locali e in streaming su web.
Palco al centro del parco di villa Angeletti, a Bologna, completamente circondato dal pubblico.

Dopo oltre due ore è arrivata la «sorpresa finale», Roberto Benigni. «Sapete che solitamente faccio l'anteprima, ma questa volta farò l'ante-ultima», ha detto Santoro introducendo il comico nel delirio del pubblico. Benigni è saltato subito al collo del giornalista, si è buttato a terra e ha esordito: «L'Italia s'è desta!».

Alla serata c'erano Serena Dandini e Vauro, ma anche i collaboratori più stretti di Santoro: Corrado Formigli, Sandro Ruotolo e Stefano Maria Bianchi. Fra gli ospiti i Subsonica, Daniele Silvestri, e Maurizio Crozza. E poi Marco Travaglio e Antonio Ingroia. Ma anche Maurizia, la precaria alla quale il ministro Brunetta si è rifiutato di rispondere, oltre ad altri rappresentanti dei precari della scuola e della ricerca, della Fincantieri e della Omsa di Faenza.

Il parco di villa Angeletti continua a riempirsi di migliaia di persone, che si dispongono intorno al palco, aperto su tre lati, ma quello che sta assistendo allo spettacolo organizzato da Santoro è un pubblico di giovani soprattutto. Lo show si apre con un video in forma di fiction sull'intervista ad una delle ragazze delle feste ad Arcore, proiettata sui maxischermi.
«Una volta ad una festa del premier mi sono anche vestita da uomo con la maschera di Obama, così per giocare», dice Iris Berardi, una delle ragazze coinvolte nello scandalo Ruby, nel corso dell'intervista.

Serena Dandini ironizza sulle parole rivolte ai precari dal ministro dell'amministrazione pubblica, Renato Brunetta, e sugli scontri fra i sindacati confederali. Poi fa riferimento alla difficile situazione dell'azienda pubblica televisiva: «Siamo del movimento del Rai Pride», dice Dandini presentando Vauro che sale sul palco con un cappello da Dante Alighieri.

ll procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, lamenta i «troppi insulti, troppi attacchi e troppe campagne di stampa» contro la magistratura «uguali a quelle orchestrate contro Falcone e Borsellino anche loro insultati e isolati». E riferendosi a Falcone e Borsellino denuncia «la beffa indecente nel sistema di piangerli da morti».

Intanto sull'addio di Santoro alla Rai si esprime anche Pippo Baudo. Per dire che il congedo del conduttore «è una perdita». «Penso che un accordo si potesse trovare - dice Baudo - soprattutto per personaggi come lui che hanno audience, presenza, pubblico. Qui parliamo di uno bravo. Non c'è nessuno che possa sostituirlo».

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