Mario Monti bacchetta il governo sul caso Bini Smaghi: «paradossale»

Un atteggiamento «dilettantistico» e «paradossale». È l'opionione dell'ex commissario Ue Mario Monti, intervistato da Lucia Annunziata a «in mezz'ora» sulla querelle nata intorno alle dimissione di Lorenzo Bini Smaghi dalla Bce. «Mi sembra strano che non ci sia stato un confronto preventivo con Lorenzo Bini Smaghi, prima dell'incontro fra Berlusconi e Sarkozy, perché sarebbe stato un poco dilettantesco, ma mi sembra sia questo il caso. Perché in questa situazione non si possono imporre le dimissioni. È paradossale non averci pensato prima». Del resto «è comprensibile - ha aggiunto Monti - che gli altri Paesi europei considerino eccessivo avere due italiani ai vertici della Bce: il vero errore è stato non consulare Lorenzo Bini Smaghi per accertare se era disponibile a dimettersi a fronte della presidenza di Mario Draghi».

Non dimenticare Strauss-Kahn
L'economista non ha risparmiato una stoccata alla Francia, la più attiva su questo fronte: «E' uno dei paesi che meno avrebbe bisogno di alzare il sopracciglio, visto che c'è stato un momento in cui quattro delle cariche internazionali principali erano tutte francesi». Fra queste anche l'ex direttore del Fondo monetario Internazionale, Dominique Strauss Kahn: «Ha avuto comportamenti personali che verranno giudicati, ma il rilancio che ha saputo dare nella sostanza, nel morale dello staff, il significato che ha saputo dare all'azione del fondo è qualcosa che non è politically correct fare, ma io voglio farlo». E per togliersi dal pressing di Lucia Annunziata sulla passione di Strauss-Kahn per il sesso femminile, ricorre a un complicato giro di parole, che però lascia pochi dubbi: «Faceva parte del sapere corrente che Strauss-Khan non fosse del tutto alieno da quel campo particolare dell'attività umana».

Settimana ad alta tensione diplomatica
Le parole di Monti arrivano dopo una settimana ad alta tensione diplomatica in seguito alla richiesta di Francia e Germania di fare un passo indietro all'attuale componente del board Bce. Nicolas Sarkozy e Angela Merkel hanno detto chiaramente che con la nomina di Mario Draghi a capo della Banca centrale europea sarebbe di troppo un altro italiano nel vertice dell'organismo comunitario che sorveglia la moneta unica. Una richiesta a cui Lorenzo Bini Smaghi aveva risposto con l'indisponibilità a fare un passo indietro. Questo nonostante il fatto che agli inviti franco-tedeschi si fosse poi aggiunta la richiesta ufficiale anche del governo italiano per evitare che il no opposto dall'attuale membro dell'Eurotower mette a rischio la candidatura di Mario Draghi. Anche se lo stesso Bini Smaghi ha assicurato ai suoi più stretti collaboratori che non farebbe mai saltare la nomina del numero uno di via Nazionale.

I conti pubblici
Monti ha risposto anche alle domande sui conti pubblici. «Per merito della societá italiana, del governo e del ministro Tremonti la gestione finanziaria dei bilanci pubblici è stata solida e sana in questo periodo». La storia della Grecia, tuttavia, «tocca anche Italia per una parloa che si chiama contagio che per ora è stata scongiurata». L'economista assicura la soliditá della moneta unica: «non stiamo vivendo la crisi dell'euro che è solido ma la crisi di diversi paesi dell'Eurozona».
Certo è che «le tensioni politiche tipicamente italiane hanno avuto un grave costo economico». A penalizzare l'economia del paese, spiega Monti, non è stato un peggioramento del giudizio da parte degli stranieri. Ma la situazione politica «ha assorbito le menti delle classe dirigenti, dei politici e degli italiani mentre altri paesi pensavano a cose meno glamorous, e molto più importanti, cioè cosa succedere nel nostro paese tra 10-20 anni, i nostri giovani troveranno lavoro?».
La situazione italiana, secondo Monti, non ha avuto alcun riflesso nemmeno sui giudizi della agenzie di rating che «hanno pelle robusta e non si lasciano impressionare dai molto immaginativi malanni che la classe politica riesce a procurare a se stessa e al paese».

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