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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 18:33.

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Lele Mora è stato arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza di Milano con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Il provvedimento è relativo all'inchiesta aperta sull'agente dei Vip dal pm del capoluogo lombardo Eugenio Fusco. Il gip di Milano, che ha firmato l'ordinanza, ha sottolineato il pericolo di fuga di Mora che vive tra Milano e la Svizzera.

L'accusa: bancarotta fraudolenta per oltre 8 milioni di euro

Le accuse nei confronti del noto agente di vip sono di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Lele Mora è stata firmata dal Gip del tribunale di Milano Fabio Antezza. Le indagini, condotte dai pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, hanno consentito di accertare una bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, per oltre 8 milioni di euro, in relazione alla gestione di una società di organizzazione e gestione di eventi. Una parte delle somme distratte - è stato ricostruito dagli inquirenti - è stata utilizzata dallo stesso imprenditore per effettuare rilevanti investimenti immobiliari.

Nel mirino dei pm la società Lm Management
Le somme venivano distratte dalla Lm Management, società dichiarata fallita dal tribunale di Milano nei mesi scorsi, in favore soprattutto della Diana immobiliare, altra società riconducibile a Mora e dichiarata fallita. In particolare, circa 3 milioni di euro sono stati retrocessi in contanti con un sistema di fatturazione per operazioni inesistenti, mentre 5 milioni è il valore degli immobili ceduti alla Diana Immobilare e poi affittati dalla Lm Management.


Il gip: soldi in Svizzera e pericolo di fuga
Nel motivare l'emissione dell'ordinanza cautelare nei confronti di Lele Mora, il gip di Milano ha sottolineato il pericolo di fuga dell'agente dello spettacolo che vive tra Milano e la Svizzera. Proprio in territorio elvetico, stando alla ricostruzione dei pm, Mora avrebbe trasferito cospicue somme di denaro. Le manette per Mora sono quindi scattate in presenza del pericolo di fuga, di un inquinamento probatorio definito «di rilevante intensità» e del pericolo di reiterazione del reato, considerando anche i precedenti penali di Mora.

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