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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 16:26.

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Alla vigilia della verifica parlamentare chiesta dal Colle all'indomani del rimpasto di governo, la maggioranza rischia di arrivare spaccata all'appuntamento di domani pomeriggio (il premier parlerà alle 16 al Senato). Ad agitare le acque è la questione del trasferimento al Nord di alcuni ministeri, rilanciata ieri da Umberto Bossi, sul prato di Pontida. Come era già successo dopo il primo annuncio del Carroccio pro decentramento, nel Pdl è infatti scoppiato nuovamente il terremoto, con la fronda che fa capo a Gianni Alemanno, sindaco di Roma, deciso a ostacolare i disegni del Carroccio.

Alemanno e Polverini lanciano la raccolta di firme
Così il primo cittadino della capitale, insieme alla governatrice del Lazio, Renata Polverini, si è fatto promotore di una raccolta di firme per una petizione popolare che sbarri la strada a Bossi&co. «Ci sono dei valori non negoziabili come la centralità di Roma capitale - avverte Alemanno -. E c'è un patto di Governo che non può essere messo in discussione con gli ultimatum della Lega. Se non si rispettano queste condizioni è meglio andare a votare». Accanto alla petizione lanciata oggi al Pantheon (dove è stato avvistato anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini), il sindaco è poi intenzionato a promuovere anche una mozione parlamentare che, dice, «credo otterrà il 90% dei consensi da parte dei parlamentari di destra e di sinistra». Poi chiarisce che sarà un odg del Pdl al decreto sviluppo.

I vertici del Pdl non gradiscono: si occupino dei problemi della Regione
Ma l'attivismo del sindaco non piace affatto ai vertici del Pdl. Tanto che Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera, bacchetta il tandem Alemanno-Polverini. «È in atto un confronto ma è sbagliato drammatizzare sia da parte di chi è al Nord e sia per chi è a Roma che dovrebbe occuparsi di governare la Regione e il Lazio». E anche il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, invita i due a considerare «che è sbagliato agitarsi se ancora non piove e, in quel caso, aprire l'ombrello porta sfortuna». Ma Alemanno tira dritto e non risparmia una stoccatina a Cicchitto. «Non si deve innervosire troppo. È un romano e da parlamentare romano deve stare dalla nostra parte». Al sindaco giungono poi anche le parole di sostegno della Cei. «Dietro la proposta leghista, c'è il disprezzo per il Sud - spiega monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro. La Chiesa freni mire secessionistiche».

La mossa del Pd: domani alla Camera un odg contro lo spostamento
Alta tensione quindi a ventiquattr'ore dal voto di fiducia sul dl sviluppo, in programma domani mattina alla Camera, e dalla verifica post rimpasto, che rischia di trasformarsi in un appuntamento assai scivoloso per la maggioranza. Anche perché Pd e Idv sono decisi a sfruttare la spaccatura del Pdl sui ministeri e i democratici hanno già annunciato, per bocca del loro capogruppo a Montecitorio, Dario Franceschini, che domani presenteranno un ordine del giorno alla Camera contro i propositi di Bossi. Mentre i dipietristi hanno scelto la via della doppia mozione parlamentare per bloccare lo spostamento al Nord di alcuni ministeri e per chiedere il ritiro delle truppe dall'Afghanistan e dalla Libia. Proprio ciò che vorrebbe il Carroccio ed è chiaro l'obiettivo di Di Pietro&co: provare a incassare l'appoggio leghista.

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