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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 10:09.

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La svolta possibile di Bossi. Se il colpo ad effetto fosse la richiesta a Berlusconi di un passo indietro.La svolta possibile di Bossi. Se il colpo ad effetto fosse la richiesta a Berlusconi di un passo indietro.

La leadership di Berlusconi è intatta fino alle prossime elezioni politiche. Umberto Bossi ha aperto il suo comizio a Pontida con una rassicurazione per il governo. Critico verso Tremonti che deve ridurre le tasse. Sempre rivolgendosi al ministro dell'Economia, ha chiesto che venga ridiscusso il patto di stabilità. Critico anche verso la guerra in Libia «ci costa un miliardo e ci porta gli immigrati». Poi ha ringraziato Berlusconi per aver dato alla lega il federalismo fiscale e ha attaccato Equitalia e difeso gli agricoltori sui contenziosi sul versamento dei contributi.

La questione dei ministeri sollevata ieri
«Come mai non c'è il ministero del Lavoro a Milano? La Lombardia è dove si lavora di più e domani chiederemo altri tre ministeri a Monza. Da domani saprete che a Monza ci saranno tre ministeri. Vi dico anche i nomi: Calderoli, Bossi e Tremonti a Monza ». Lo ha detto il leader della Lega Nord Umberto Bossi intervenendo alla presentazione della scuola superiore di magistratura a Bergamo.

Ma la Lega Nord non si limiterà ad annunciare, da Pontida, il trasferimento dei ministeri. Lo hanno garantito Umberto Bossi e Roberto Calderoli, che non hanno voluto svelare il contenuto della grande sorpresa che hanno in serbo per i militanti del sacro prato. «Domani ci saranno altre sorprese», ha spiegato il leader del Carroccio, al termine della presentazione della nuova sede della scuola superiore della magistratura, a Bergamo.

Gli altri temi sul tappeto
Riforma del fisco subito, alleggerimento del patto di stabilità per i comuni virtuosi del Nord, riduzione delle missioni militari internazionali, ritiro dalla Libia, trasferimento dei ministeri al Nord e blocco navale nel Mediterraneo per gli immigrati nordafricani. Ma anche stop in Cdm al decreto rifiuti in Campania e poi, forse, il colpo ad effetto: la richiesta a Silvio Berlusconi di fare un passo indietro in vista delle elezioni del 2013.

Potrebbe essere questa la svolta che Umberto Bossi annuncerà domenica da Pontida. I dirigenti del Carroccio sono riusciti a mantenere il più stretto riserbo sul contenuto dell'intervento del Senatur dal pratone, alimentando i sospetti di un possibile ultimatum al presidente del Consiglio. In molti però sono convinti che la Lega alzerà sì la voce, rilanciando una per una le sue richieste, pena la sopravvivenza della legislatura, ma senza arrivare allo strappo decisivo con il Governo. Un modo per esplicitare come l'alleanza con il Pdl non sia solida come un tempo e marcare una crescente distanza dall'Esecutivo di Berlusconi.

L'obiettivo resta quello di alleviare lo scontento della base e frenare le divisioni interne. È stato deciso, per la prima volta nella storia del raduno, che l'unico a parlare dal palco sarà Umberto Bossi. L'intento è quello di offrire al popolo padano ma anche all'esterno l'immagine di un partito forte e coeso, che parla con una voce sola, quella del suo leader storico. Chiamato a tracciare una nuova rotta politica, dopo il calo dei consensi alle amministrative.

Intanto Roberto Calderoli, ribadisce che «la riforma fiscale va fatta e subito», pena le sue dimissioni dall'esecutivo. Il ministro per la Semplificazione lo dice dopo aver ascoltato i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, che alla manifestazione di Roma ha sottolineato: «O il Governo fa le riforme oppure è meglio che se ne va a casa». Calderoli si dice d'accordo con loro e se la riforma fiscale non arriverà, annuncia, «dovrò partecipare anch'io al loro minacciato sciopero generale e dovrò essere in piazza con loro e non più come rappresentante di un governo».
Anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ripete che per la riforma fiscale servono tempi rapidi. E invita, su questo, a tenere conto delle richieste che arrivano da Cisl e Uil. Maroni si è detto sorpreso per l'annuncio di un possibile taglio del rating da parte di Moody's e ha sottolineato che «in tre mesi può succedere di tutto e di più». Ora, ha detto il ministro, dobbiamo «fare scelte impegnative e coraggiose. Le agenzie di rating si accorgeranno che c'è un Governo che governa».
Per il sindaco di Verona, Flavio Tosi, Pontida è l'occasione per lanciare un ultimatum, dettando a Berlusconi e al resto della maggioranza «regole e tempi certi delle cose da fare per andare avanti fino al 2013».

L'attesa di Pontida continua a creare tensioni nella maggioranza di Governo. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa dice che, per quanto riguarda la Libia «si potrebbe ipotizzare di porre un termine alla nostra partecipazione attiva alla missione» anche se «resterebbe la disponibilità a concedere le basi». Quanto alla riduzione dei costi delle missioni «c'è un piano cui sto lavorando», sottolinea La Russa e questo, afferma «non perché ce lo chiede la Lega, ma perché pensiamo da tempo che sia la via giusta da prendere».
Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni critica l'idea leghista di spostare alcuni ministeri al Nord: «Quello della Lega rischia di essere un autogol. La nostra gente, come ha dimostrato alle elezioni, non è interessata a questa proposta approssimativa e posticcia».
Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, per contrastare la proposta del Carroccio di trasferire al Nord alcuni ministeri, avverte: «Se la Lega chiama il popolo ad esprimersi anche noi abbiamo il dovere di farlo attraverso una petizione popolare e raccogliendo le firme per dire di mantenere i ministeri a Roma».

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