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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2011 alle ore 20:05.

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Marco Reguzzoni (Ansa)Marco Reguzzoni (Ansa)

Marco Reguzzoni si affretta a spostare i colleghi per colmare i vuoti tra i banchi del Carroccio e dare così l'impressione di maggiore compattezza durante il dibattito che segue l'informativa di Silvio Berlusconi alla Camera. Ma il gruppo che, di lì a poco, lo confermerà alla guida della barca del Carroccio a Montecitorio è tutt'altro che compatto. Così Umberto Bossi è intervenuto per evitare una conta che ne avrebbe palesato la debolezza e ha trovato la quadra riunendo nel suo studio, prima dell'assemblea del gruppo, lo stesso Reguzzoni e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, regista del tentativo di cambio al vertice. Che alla fine non c'è stato: Reguzzoni è stato confermato fino a dicembre per acclamazione senza voto. Tutto merito della longa manus del Senatur che minimizza le divisioni. «Soddisfatto? Sì. Hanno votato e ha vinto Reguzzoni».

Maroni: Reguzzoni? Si deve votare ogni anno
Eppure le dichiarazioni di Maroni alla vigilia avevano fatto intravvedere la possibilità di un ribaltone a favore di Giacomo Stucchi, uno dei suoi fedelissimi contrapposti a quel "cerchio magico" di cui fa parte l'attuale capogruppo. «Abbiamo un regolamento interno che prevede che ogni anno si proceda alla votazione del capogruppo - aveva avvertito il titolare dell'Interno -. Io l'ho fatto nel 2006 e poi mi sono sottoposto a una nuova votazione nel 2007». Poi, davanti all'insistenza dei giornalisti desiderosi di sapere per chi avrebbe votato, Maroni aveva replicato con un pizzico di diplomazia. «Non so chi saranno i candidati, lasciate fare alla saggezza della Lega e di Bossi».

Il conflitto tra i maroniani e il cerchio magico
Non inganni però la conferma di Reguzzoni. Dentro la Lega resta infatti la frattura tra il ministro - che può contare sull'appoggio del collega Calderoli, di Giancarlo Giorgetti, potente segretario lombardo, e del sindaco di Verona Flavio Tosi - e la corrente del cerchio magico, cioè i dirigenti più vicini fisicamente al Senatur: Rosi Mauro, vicepresidente del Senato, Federico Bricolo, che guida il gruppo al Senato, il sottosegretario Francesca Martini e lo stesso Reguzzoni. La scintilla dello scontro è scattata durante il raduno di Pontida. Proprio dal pratone bergamasco il cerchio magico avrebbe intimato l'ordine di commissariare il partito in Lombardia e Veneto esautorando i due segretari, Giorgetti e Giampaolo Gobbo, altro esponente leghista vicino al ministro dell'Interno.

Fibrillazione anche al Senato: Bricolo in bilico
Maroni, però, non ha tardato a lanciare il contrattacco chiedendo la convocazione dell'assemblea del gruppo per far saltare Reguzzoni (firmata da 49 deputati su 59). Tentativo stoppato dal Senatur. Ma, nei corridoi di Montecitorio, c'è anche chi ipotizza che il ministro potrebbe tentare anche l'assalto al fortino di Palazzo Madama, dove le redini del gruppo sono in mano a Bricolo. In pole position ci sarebbero Massimo Garavaglia, lombardo e vicinissimo a Giorgetti, e il veneto Paolo Franco.

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