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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 14:23.

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Francesco Pizzetti (Ansa)Francesco Pizzetti (Ansa)

Dito puntato contro il telemarketing, una forma «inaccettabile di invasione della sfera privata e domestica». Il Garante della privacy, Francesco Pizzetti, ha duramente criticato il nuovo sistema di schermo contro le telefonate promozionali. Un'innovazione, ha affermato, che «non ha incontrato il nostro favore ma alla quale ci siamo dovuti adeguare» e che a distanza di quattro mesi dal suo debutto «sta manifestando limiti e difetti maggiori di quanto previsto». Il riferimento è al registro delle opposizioni (o, come viene altrimenti definito, Robinson list), al quale da fine gennaio gli abbonati presenti negli elenchi telefonici si devono iscrivere se non vogliono essere disturbati da squilli commerciali. Il cambio di prospettiva - prima gli utenti non potevano essere infastiditi a meno che non avessero dato il loro consenso esplicito a ricevere telefonate pubblicitarie -non ha fatto che complicare e ingarbugliare la situazione.

Oltre mille finora le segnalazioni dei cittadini contro gli abusi del telemarketing
Lo dimostrano - ha sottolineato Pizzetti nel presentare questa mattina la relazione annuale al Parlamento di fronte al presidente della Camera, Gianfranco Fini - le centinaia di segnalazioni di protesta che i cittadini (soprattutto quelli che anche essendo iscritti alla Robinson list, continuano a essere disturbati) hanno rivolto al Garante in questi ultimi mesi: oltre mille rispetto alle 300 del 2010 e più del novanta per cento riguardano proprio le violazioni del registro delle opposizioni.

No all'estensione del registro delle opposizioni al marketing postale
«Stanno emergendo – ha spiegato il Garante – non solo limiti del sistema e del suo funzionamento, ma anche la difficoltà di definire la catena della responsabilità di fronte a trattamenti che vedono coinvolti una pluralità di soggetti, dalle imprese interessate ai call center». Ecco perché l'Autorità non vede assolutamente di buon occhio l'estensione del registro delle opposizioni al marketing postale, così come prevede il decreto sviluppo approvato dalla Camera e ora all'esame del Senato. Nel settore del telemarketing, ha affermato Pizzetti, negli anni scorsi si era raggiunto «un buon equilibrio. Sarebbe meglio non toccarlo, a vantaggio di tutti, cittadini e imprese». E nell'attesa che quell'equilibrio venga ripristinato, il Garante ha annunciato l'arrivo di pesanti sanzioni.

Pollice verso per l'invio di fax promozionali
Una «piaga d'Egitto» è pure l'invio illecito di fax promozionali, «che provoca anche rilevanti danni all'attività lavorativa di professionisti e imprese». Pollice verso, poi, nei confronti delle presunte misure di semplificazione degli adempimenti in materia di privacy, contenute sempre nel decreto sviluppo. «Inaccettabili» e «tecnicamente discutibili»: così le ha definite Pizzetti, per il quale «causano un sostanziale svuotamento del codice (della privacy, ndr) in alcuni settori e un indebolimento della tutela dei cittadini in altri». E invece di semplificare «rischiano di aumentare le occasioni di contenzioso, i costi legali e, soprattutto, i trattamenti che possono provocare danni alle imprese a agli interessati».

Migliora il rapporto tra libertà di stampa e privacy
Negli ultimi tempi è, invece, lentamente migliorato il rapporto tra libertà di stampa e privacy. Anche se persistono casi di «pornografia del dolore», come si è potuto assistere soprattutto in occasione di trasmissioni televisive o di immagini diffuse sul web a proposito delle tragedie di Avetrana, di Potenza o del recente delitto di Ascoli Piceno. L'equilibrio tra cronaca e dignità delle persone coinvolte nei fatti è, pertanto, ancora da trovare. Lo dimostra anche la continua tensione tra diritto all'informazione e politica, che non è, però, una peculiarità solo del nostro Paese. A tal proposito, Pizzetti ha elencato tre condizioni perché quel rapporto si rassereni: i giudici devono «esercitare il loro ruolo sempre e soltanto nei processi»; le persone pubbliche coinvolte in fatti gudiziari devono avere processi in tempi ragionevoli e allo stesso tempo accettare «di rendere conto dei loro comportamenti ai cittadini e agli elettori nel dibattito pubblico; i giornalisti devono rispettare «rigorosamente le responsabilità e i principi della loro professione». «Bisogna ricalibrare la normativa tra diritto a essere informati e privacy», ha auspicato Fini, che ha tra l'altro sottolineato come il concetto di privacy sia profondamente cambiato per effetto della tecnologia.

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