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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2011 alle ore 10:25.

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Google come Microsoft? E cioè sempre più nel mirino delle Autorità antitrust perché riveste la posizione di operatore dominante in uno specifico segmento di mercato? Quella che fino a qualche tempo fa era solo un'ipotesi suggestiva oggi è molto più concreta, alla luce di quelle che, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, dal Financial Times e dal Wall Street Journal, potrebbero presto essere le azioni della Federal Trade Commission e del Senato degli Stati Uniti.

Il colosso di Mountain View è da qualche mese un osservato speciale dalle autorità americane e su di esso pende un'indagine preliminare avviata dall'Antitrust dell'Unione europea, sollecitato a procedere in tal senso da alcuni siti di comparazione prezzi e di fatto da Microsoft, proprietaria di uno di questi siti (Ciao.com). A muoversi decisamente contro Google sarebbero nello specifico tre Stati americani, e cioè California, New York e Ohio.

La conferma dell'avvio dell'iter di indagine formale da parte della Ftc è attesa a giorni e l'obiettivo della stessa sarebbe il seguente: verificare se Google manipoli o meno i risultati delle ricerche effettuate dagli utenti su Internet in modo da "orientare" e "dirigere" il traffico verso il proprio ecosistema di siti e servizi, dalla mappe ai portali di e-commerce. Un "escamotage" tecnico, insomma, che aiuterebbe non poco la società californiana a giocare da prim'attrice nel campo del search advertsing, campo dove detiene oggi circa due terzi del giro d'affari sviluppato negli Usa e poco meno del 90% di quello generato in Europa. Nella classifica dei motori di ricerca, invece, quello di Google è sceso al 64% mentre quello made in Redmond, Bing, è salito al 17%.

La possibilità che ora Google vada a vestire i panni di Microsoft nel ruolo di grande accusata è quindi reale anche se vari esperti d'oltreoceano sono dell'idea che costruire un impianto d'accusa contro Google per i servizi di ricerca online sarà un compito tutt'altro che agevole per questa semplice ragione: la società di Mountain View è leader di mercato perché ha l'offerta di servizi migliore e una tecnologia di base (gli algoritmi di ricerca) più efficaci di quelli della concorrenza. La chiave di volta potrebbe quindi risiedere nell'eventualità che Google abbia abusato del proprio ruolo per guadagnare terreno in nuovi mercati e tenere i prezzi dei servizi pubblicitari artificialmente alti. Dalla loro il Ceo Larry Page e il Chairman Eric Schmidt (video) hanno però la storia: fino a oggi Google ha sempre avuto il via libera dalle varie autorità Antitrust inerenti le tante acquisizioni portate a termine in campo advertising (le più importanti sono state Double Click e AdMob) e quando è stata chiamata davanti a un tribunale per violazioni varie solo una volta si è vista appioppare una multa, dal governo francese per Street View. E in un'altra occasione, dello scorso marzo, è arrivata a patteggiare con la Ftc per la questione Google Buzz.

In attesa degli eventi, i vertici di Google (che non hanno rilasciato commenti in merito alle anticipazioni dei due quotidiani) guardano al presente e, nel caso di Schmidt, alla nuova frontiera del mobile payment. Nelle scorse ore l'ex amministratore delegato della compagnia si è lasciato andare (al Financial Times) a previsioni roboanti circa la diffusione dei servizi di pagamento via cellulare tramite tecnologia Nfc (Near Field Communications) e più precisamente ha predetto come entro fine anno almeno un terzo degli esercizi commerciali americani (locali, ristoranti e negozi in genere) sarà abilitato a gestire transazioni con smartphone e tablet. Certo, ha precisato Schmidt, i commercianti devono dotarsi dell'infrastruttura necessaria (il lettore da posizionare alla cassa) e le società che gestiscono le carte di credito devono adeguare i propri sistemi di gestione dei pagamenti. Passaggi dovuti e non immediati ma, assicura il Chairman di Google, i terminali Nfc (a piattaforma Android) sono già disponibili e il software (Google Wallet) lo sarà al massimo questa estate.

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