Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2011 alle ore 10:25.

My24

Le paure più diffuse
Se l'eventualità di essere colpiti da una malattia rappresenta la paura per il futuro più diffusa (preoccupa il 38,4%), la non autosufficienza è il principale timore delle persone con più di 65 anni (53,1%), mentre i giovani temono di più la perdita del lavoro (46,7%). Il valore dell'assegno pensionistico futuro preoccupa meno: solo il 12%. Ma non c'è un'idea chiara di quanto ammonterà la propria pensione: quasi il 70% non sa a quanto corrisponderà rispetto all'ultimo stipendio percepito. Nell'immaginare il proprio portafoglio nel futuro il 93,5% cita la risorsa della pensione pubblica, cui si accompagnano i risparmi (36,2%), l'eredità (18%) e il reddito da lavoro protratto dopo l'età pensionabile (11,9%). Risorse come gli investimenti finanziari, l'assicurazione privata e la previdenza integrativa vengono indicate ciascuna dal 10% circa. In definitiva, per sostenersi il 35,6% delle famiglie potrà contare esclusivamente sulla pensione pubblica, mentre solo il 27,5% include nella propria strategia previdenziale anche forme di integrazione (fondi pensione, polizze private, rendite da investimenti). Per affrontare le necessità sanitarie nel futuro, il 36,7% delle famiglie ritiene che la copertura pubblica sarà sufficiente, la maggioranza (il 54,7%) si affiderà a un modello di «welfare mix» autogestito, integrando la copertura pubblica con prestazioni private pagate direttamente di tasca propria, mentre l'intenzione di ricorrere a strumenti integrativi a copertura dei bisogni sanitari viene esplicitata solo dal 7,7% delle famiglie.

Non decollano gli strumenti integrativi
Strumenti integrativi indispensabili, dunque, che però non decollano. Il dato più alto si registra a proposito della polizza pensionistica integrativa (ce l'ha già il 9,1%): l'intenzione di attivarne una in futuro è espressa solo dal 6,3%, mentre la maggioranza manifesta disinteresse (74,7%) o la non conoscenza di questo strumento (9,9 per cento). L'80% non intende aderire a un fondo pensione di categoria e il 13,7% non sa nemmeno cosa sia. Il 78,4% non vuole stipulare un'assicurazione sanitaria privata e il 14,4% non la conosce. Il 78,5% non intende accendere un'assicurazione per la non autosufficienza e il 19,7% ne ignora l'esistenza. «Sebbene il sistema di welfare sia inevitabilmente destinato a ridurre i livelli di copertura – soprattutto il sistema previdenziale, con il passaggio dal modello retributivo a quello contributivo», ha sottolineato Carlo Cimbri, amministratore delegato del Gruppo Unipol, «gli italiani non sembrano percepire il reale impatto che queste trasformazioni avranno sulla loro qualità della vita, e ancor meno sembrano attrezzati per affrontarlo»,

Servizi sanitari di tasca propria: in media 958 euro a famiglia
Il ricorso a prestazioni sanitarie totalmente private è oggi molto diffuso. Nell'ultimo anno solo il 19,4% delle famiglie ne ha potuto fare a meno. Invece, più del 70% ha acquistato medicinali a prezzo pieno in farmacia, più del 40% è ricorso a sedute odontoiatriche, quasi il 35% a visite mediche specialistiche, più del 18% a prestazioni diagnostiche. Tutto ciò è costato in media 958 euro a famiglia. La spesa privata complessiva sale fino a 1.418 euro in media per le famiglie in cui un componente ha avuto bisogno del dentista. «Oggi la spesa privata per prestazioni sociali delle famiglie è ondivaga e disorganizzata», ha detto Giuseppe De Rita, Presidente del Censis. «Occorre utilizzare al meglio le risorse private facendole convergere in un sistema organizzato che razionalizzi il sistema di offerta - ha spiegato De Rita - induca una riduzione dei costi e dunque ponga le condizioni per un incremento delle prestazioni e un allargamento della platea dei possibili beneficiari». Sarebbe necessario lo sviluppo di ulteriori incentivi fiscali mirati, per offrire ai cittadini migliori opportunità di adesione e sollecitare le imprese a mettere a punto prodotti più efficaci.

In oltre il 30% dei nuclei c'è un bisogno assistenziale
Già oggi nel 30,8% dei nuclei familiari si riscontra un bisogno assistenziale, legato soprattutto all'accudimento dei figli, anche se per il 6,9% dipende dalla disabilità o non autosufficienza di un membro della famiglia. A questi bisogni la risposta arriva soprattutto dall'interno della famiglia stessa. E dall'universo femminile. Se in famiglia ci sono bambini sono le madri a ridurre più frequentamente il lavoro fuori casa: nel 40% dei casi quando il figlio è piccolo (con meno di 6 anni), nel 21,9% dei casi quando il figlio è più grande. Ma il 7,1% delle madri con bambini piccoli e il 5% di quelle con figli grandi sono costrette a lasciare del tutto il lavoro. I bisogni più complessi, legati alla disabilità e alla non autosufficienza, vengono anch'essi affrontati soprattutto da mogli e madri (36,9%), nel 6,8% dei casi i figli ritardano per questo motivo l'uscita da casa, ma è frequentissimo il ricorso all'aiuto a pagamento delle badanti (30,1 per cento). Complessivamente, è il 14,9% delle famiglie ad esprimere il bisogno di servizi di assistenza pubblici (dall'asilo nido all'assistenza domiciliare), ma solo il 5,8% ha trovato risposte adeguate nel sistema pubblico. (N.Co.)

Shopping24

Dai nostri archivi