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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 22:34.

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Jean-Claude Trichet ha lanciato un duro attacco alle agenzie di rating, definendole «un piccolo gruppo oligopolistico», che «probabilmente non è la cosa più auspicabile per la finanza globale».

Un colpo pesante, tirato a freddo, durante la conferenza stampa, a seguito del Consiglio direttivo, che sembrava correre lungo i binari consueti della politica monetaria dell'eurozona. Insomma sui "guardiani" dei bond" pesa l'accusa di essere troppo poche, tutte americane, e con poca concorrenza nel settore.

Poi, con fare sornione, Trichet ha lanciato un secondo attacco: insito nello stesso funzionamento delle agenzie di rating c'è «chiaramente un elemento di prociclicità», ovvero la tendenza ad accentuare la fasi preesistenti di tensione e volatilità dei mercati. Insomma le tre "sorelle" come vengono chiamate in gergo dagli operatori finanziari, accentuerebbero invece di limitarsi ad analizzare le tendenze già in atto e soprattutto farebbero profezie che poi si autorealizzerebbero. Chiara l'allusione alla nota di di lunedì di S&P's sul «selected default» nel caso di rollover o a quella di martedì di Moody's sul Portogallo che parla di un Paese «incapace di prendere a prestito capitali a tassi sostenibili sul mercato... nella seconda metà del 2013»), profezie di lungo termine che descrivono scenari con molte variabili e che dopo appena un mese dagli aiuti dicono che Lisbona è già spacciata.

Come se non bastasse il presidente della Bce ha detto che si tratta di una questione su cui «dobbiamo riflettere a livello globale, e riflettiamo su questo in seno al Financial Stability Board», riferendosi all'ente di consultazioni internazionali presieduto dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, suo futuro successore a Francoforte.
L'attacco di Trichet si associa al fatto che il presidente ha reso noto che la Bce, così come aveva fatto in precedenza con la Grecia, ha sospeso per il Portogallo i requisiti di rating sui bond lusitani dalle banche a garanzia della liquidità. Insomma la Bce "dribbla" i giudizi delle agenzie e continuerà a accettare i titoli portoghesi come collaterali per i sistemi creditizi di Lisbona.

In questa guerra contro lo strapotere delle tre "sorelle" di rating, Trichet, per una volta, non è solo. Il presidente della Commisisione europea José Barroso aveva tuonato contro le agenzie accusandole di «errori ed esagerazioni» mentre il commissario europeo al Mercato Interno, Michel Barnier, aveva invitato «le agenzie, che sono sotto il controllo degli organismi nazionali di supervisione, a fare estrema attenzione alle norme Ue e a rispettarle. Dovrebbero imparare dagli errori del passato», facendo riferimento alle gravi negligenze nel caso di Lehman Brother, fallita con la tripla A. Barnier ha aggiunto che Bruxelles potrebbe valutare la «sospensione dei rating sui paesi che stanno ricevendo aiuti», ovvero Grecia, Portogallo e Irlanda. L'Esma, la Consob comunitaria, ha facoltà di revocare la licenza alle agenzie di rating che violino le regole.

Sullo sfondo infine l'idea di creare un'agenzia di rating europea (come i cinesi hanno già fatto) mentre il ministro delle Finanze tedesche Wolfgang Schäuble ha fatto un appello a «rompere il monopolio delle agenzie di rating» per «limitare la loro influenza», che segue le dichiarazioni di fuoco del cancelliere Angela Merkel (gli Stati «non si lasceranno privare della loro libertà di giudizio»).

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