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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 13:05.

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(AP)(AP)

Juba ammaina la bandiera del Sudan e innalza la sua, quella del Sud Sudan, fra grida di gioia della folla, durante la cerimonia per la proclamazione dell'indipendenza del 54esimo Stato africano. È stato James Wani Igga, presidente del parlamento di Juba, a proclamare l'indipendenza da Khartoum, scattata a mezzanotte. Salva Kiir ha prestato giuramento come nuovo presidente della nazione più giovane del mondo nata dalla divisione dal Sudan che mantiene la capitale Karthoum. La storica cerimonia segna forse la fine di venti anni di guerra civile che hanno fatto circa due milioni e mezzo di morti.

«Noi - ha detto Wani Igga durante la cerimonia - rappresentanti eletti
democraticamente dal popolo e dalla loro volontà, confermati dal risultato del referendum, dichiariamo oggi che il Sud Sudan sarà una nazione indipendente e sovrana». Presenti alla cerimonia il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon e una trentina di leader africani. Per l'Italia c'è il
viceministro degli Esteri, Alfredo Mantica, per la Francia il ministro degli Esteri, Alain Juppè. Migliaia di persone si sono intanto radunate nelle piazze della capitale.

Particolare è la gioia del presidente Obama; «Sono orgoglioso di
dichiarare che gli Stati Uniti riconoscono formalmente la Repubblica del Sud Sudan come Stato indipendente e sovrano a partire da questo giorno, 9 luglio 2011. La mappa del mondo è stata ridisegnata e da oggi una bandiera orgogliosa sventola sopra Juba». Stessa esultanza a Londra. Il premier britannico David Cameron afferma: «Il Regno Unito è fiero di essere tra i primi a riconoscere l'indipendenza del Sud Sudan. Lo accogliamo nella comunità delle Nazioni e non vediamo l'ora di forgiare legami ancora più stretti» tra Londra e la nuova capitale Giuba.

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