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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 09:23.

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Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti in una foto degli anni '90Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti in una foto degli anni '90

di Angelo Mincuzzi
Il gruppo Fininvest dovrà pagare alla Cir oltre 540 milioni di euro più gli interessi legali e le spese processuali. Questa la sentenza di condanna sul cosiddetto Lodo Mondadori, depositata oggi dai giudici della seconda sezione civile del Tribunale di Milano. Secondo il collegio milanese Berlusconi è "corresponsabile" della corruzione che nel 1991 portò il giudice Vittorio Metta ad assegnare alla Fininvest il controllo della Mondadori.

Marina Berlusconi: è un esproprio. Cir: confermata corruzione
Immediato il commento di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, pronta al ricorso. «È una sentenza che rappresenta l'ennesimo scandaloso episodio di una forsennata aggressione che viene portata avanti da anni contro mio padre, con tutti i mezzi e su tutti i fronti, compreso quello imprenditoriale ed economico». Per la Cir di De Benedetti, invece, la sentenza «conferma ancora una volta che nel 1991 la Mondadori fu sottratta alla Cir mediante la corruzione del giudice Vittorio Metta, organizzata per conto e nell'interesse di Fininvest». E comunque la vicenda, sottolinea ancora il gruppo di De Benedetti, «riguarda una storia imprenditoriale ed è completamente estraneo all'attualità politica».

Fininvest: pronti al ricorso contro la sentenza
La sentenza di appello conferma così la condanna di primo grado (anche se con uno sconto della cifra che Fininvest dovrà versare alla Cir) ed è immediatamente esecutiva. Il gruppo di Cologno Monzese è pronto però a ricorrere contro la decisione. «Anche di fronte ad un quadro così paradossale e inquietante - dice ancora Marina Berlusconi - non ci lasciamo però intimorire. Già in queste ore i nostri legali cominceranno a studiare il ricorso in Cassazione. Siamo certi di essere assolutamente nel giusto, dobbiamo credere che le nostre ragioni verranno alla fine riconosciute. Verità e giustizia non potranno continuare ad essere calpestate e piegate a logiche inaccettabili e indegne di un Paese civile».

Un dispositivo di 300 pagine
Nel dispositivo della sentenza, lunga ben 283 pagine, i giudici concludono testualmente affermando che «la corte...accoglie per quanto di ragione sia l'appello principale che quello incidentale e, per l'effetto, in parziale riforma della sentenza n. 11786/2009 resa tra le parti dal Tribunale di Milano in data 3/10/2009, determina in euro 540.141.059,32 (invece che euro 749.955.611,93), l'importo dovuto dalla convenuta alla data del 3/10/2009, quale risarcimento di danno immediato e diretto, e pertanto condanna Fininvest S.p.a. a pagare in favore di Cir spa tale somma, oltre agli interessi legali da detta data al saldo».

Decisione immediatamente esecutiva
La corte - è scritto sempre nella sentenza - «condanna l'appellante Fininvest spa a rifondere in favore dell'appellata Cir spa i residui tre quarti delle spese processuali dei due gradi, come in motivazione partitamente liquidate, già in detta frazione, per il primo grado in complessivi euro 3.296.995,12 e per il presente grado in complessivi euro 3.940.758,75, oltre, per entrambi i gradi, al rimborso forfettario per le spese generali del 12,5 per cento su diritti ed onorari, Iva e Cpa come per legge».

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