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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2011 alle ore 08:10.

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RICORSO ALLO STUDIO

Gli incarichi
Marina Berlusconi, 45 anni tra un mese, vicepresidente Fininvest dal 1996, da sei presidente. Dal 2003 è presidente dell'Arnoldo Mondadori Editore. La primogenita del premier è anche membro del Consiglio d'amministrazione di Mediaset SpA e dall'ottobre 2008 fa parte del cda di Mediobanca
La reazione
«È una sentenza che sgomenta e lascia senza parole» è stato il primo commento di Marina Berlusconi. I legali di Fininvest «già in queste ore cominceranno a studiare il ricorso in Cassazione. Siamo certi di essere assolutamente nel giusto. Verità e giustizia non potranno continuare ad essere piegate a logiche indegne di un Paese civile»
UN DUELLO LUNGO OLTRE 20 ANNI 1989-1991
NOVEMBRE 1989 Il voltafaccia dei Formenton
Con la morte di Mario Formenton, scomparso a Parigi il 29 marzo 1987, si apre ufficialmente la lotta per la proprietà della Mondadori. Fino ad allora, la società era detenuta per il 27,71 dalla Cir di Carlo De Benedetti, per il 25,75% dalla famiglia Formenton, per il 24,59% dalla famiglia Mondadori e per l'8,28% dalla Fininvest. Quando la Finivest acquista le quote della famiglia Mondadori, i proprietari della Arnoldo Mondadori Finanziaria Spa restano in tre. Il 21 dicembre 1988 la famiglia Formenton e la Cir stringono un accordo per
fare di De Benedetti l'azionista
di maggioranza, ma a sorpresa i Formenton cambiano idea e consegnano le loro quote
della Mondadori nelle mani
di Silvio Berlusconi
20 GIUGNO 1990 Il lodo restituisce la Mondadori alla Cir
Carlo De Benedetti decide di riccorere a un lodo arbitrale per chiarire se i Formenton avrebbero dovuto rispettare
gli accordi presi in precedenza con lui o se invece potevano cedere liberamente le quote
al Cavaliere. Il lodo è favorevole alla Cir a cui va il 50,3%
della Mondadori
24 GENNAIO 1991 Il giudice Metta annulla il lodo
La prima sezione civile della Corte d'appello di Roma annulla il lodo e riconsegna le azioni della famiglia Formenton a Berlusconi.
A scrivere la sentenza è il giudice Vittorio Metta (nella foto).
Qualche anno dopo si scoprirà
che Metta era stato corrotto da Cesare Previti per pronunciarsi
a favore della Fininvest

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