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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2011 alle ore 08:11.

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Al setaccio i rapporti Milanese-Gdf. Nella foto Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Giulio TremontiAl setaccio i rapporti Milanese-Gdf. Nella foto Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Giulio Tremonti

«Ricostruire i rapporti di Marco Milanese intrattenuti con esponenti della Guardia di Finanza». Il pubblico ministero di Napoli Vincenzo Piscitelli chiede alla Camera di poter acquisire e vagliare i tabulati telefonici dell'ex braccio destro del ministro Giulio Tremonti dal primo gennaio del 2010 scorso al primo maggio di quest'anno. Insieme ai tabulati, la procura di Napoli ha chiesto alla Camera anche l'autorizzazione a perquisire alcune cassette di sicurezza in uso a Milanese, che sono già state sequestrate dagli inquirenti ma non aperte.
I rapporti con i generali
Il pm ha già ordinato a Wind e Tim l'esibizione in copia e la consegna dei tabulati. Ma deve avere l'ok di Montecitorio per procedere all'utilizzo nell'indagine. In caso positivo potrebbe aprirsi un ampio squarcio sulle relazioni tra Milanese, già ufficiale della Gdf, e i suoi ex colleghi. Non si potranno sentire le telefonate ma verificare nella Finanza chi e quante volte chiamava il deputato Pdl, e viceversa. E anche chi, da un certo momento in poi, non lo ha più chiamato, come sostiene il capo di Stato maggiore Michele Adinolfi. Una ricostruzione che potrebbe illuminare le posizioni sullo scacchiere dei generali e degli alti ufficiali delle Fiamme Gialle con le possibili aspirazioni a conquistare il vertice una volta congedatosi l'attuale numero uno, Nino Di Paolo, che dovrebbe lasciare proprio tra un anno.

Tremonti e le cordate Gdf
Lo stesso ministro dell'Economia, sentito dai pubblici ministeri John Henry Woodcock e Francesco Curcio, titolari dell'inchiesta P4, aveva parlato di «cordate» all'interno della Finanza e di «intenso attivismo» dei generali. Tremonti, inoltre, potrebbe essere sentito nelle prossime settimane dal pm Piscitelli a proposito delle connessioni tra nomine e politica, un filone sul quale Milanese è indagato per corruzione.

Le rivelazioni sulle indagini
I punti di contatto tra il fascicolo di Piscitelli e quello degli altri due pm napoletani sono molti. Nella P4 si ipotizza una violazione del segreto d'ufficio - Milanese è stato il principale accusatore del generale Michele Adinolfi, che ha respinto ogni addebito ed è pronto a contrattaccare in sede giudiziaria - accusa però anche a carico di Milanese: se fosse fondata dovrebbero, a questo punto, spuntare fuori i nomi dei graduati della Gdf che hanno passato le informazioni sulle indagini.

I dubbi sulle accuse
L'analisi delle carte finora a disposizione sull'inchiesta offre però anche possibilità di letture alternative a quelle dell'accusa. Le tesi dell'imprenditore Paolo Viscione, principale accusatore di Milanese, sembrano a volte incerte. Quando parla della compravendita di una barca su cui l'ex consigliere politico di Tremonti avrebbe lucrato illecitamente, Viscione fa riferimento a un'imbarcazione da 700mila euro. Lo yacht comprato e poi rivenduto da Milanese valeva invece un milione e 400mila euro, come dimostra l'inchiesta della procura di Roma: di quale barca parla, dunque, Viscione? L'imprenditore, poi, afferma che il 18 febbraio un suo collaboratore, Giuseppe Sidoti, sarebbe stato avvertito dall'ex ufficiale Gdf che i telefoni erano finiti sotto controllo d'indagine giudiziaria. Ma in un'intercettazione del 22 febbraio - quattro giorni dopo il presunto avvertimento - Sidoti al telefono casca dalle nuvole con Viscione, che si arrabbia della sua loquacità «sull'affare a Malta». Come se non fosse mai stato avvertito che i telefoni erano intercettati.

Oggi riesame per Bisignani
Nell'indagine P4 oggi si discutono i ricorsi degli avvocati del lobbysta Luigi Bisignani, Gianpiero Pirolo e Fabio Lattanzi, e del legale del maresciallo Enrico La Monica, Domenico Mariani. Chiedono l'annullamento della misura cautelare ‐ domiciliari per Bisignani, arresto in carcere per La Monica, latitante - e già oggi si dovrebbe conoscere la decisione del tribunale. Il 22, invece, un altro collegio valuterà l'appello presentato dai pm contro la decisione del gip, che non aveva accolto le richieste di misure cautelari in relazione all'ipotesi di reato di associazione per delinquere.

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