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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 06:40.

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Oggi il voto su Papa, dubbi della Lega. Nella foto il parlamentare Pdl Alfonso Papa (Ansa)Oggi il voto su Papa, dubbi della Lega. Nella foto il parlamentare Pdl Alfonso Papa (Ansa)

Il voto della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio sulla domanda di arresto nei confronti di Alfonso Papa slitta a domani. La decisione è stata presa stamattina dai componenti dell'organo parlamentare presieduto da Pierluigi Castagnetti. Il dibattito sulla memoria difensiva del deputato del Pdl coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P4, che ha terminato la sua audizione stamattina, proseguirà fino alle 11. (TMNews)

di Donatella Stasio
Sull'arresto di Alfonso Papa il Pdl cambia strategia: niente più melina, si vota. Se non oggi, al massimo domani. L'idea di chiedere una proroga alla Giunta per le autorizzazioni a procedere (per acquisire le 16mila pagine di allegati alla richiesta di arresto) è tramontata ieri, già dal mattino. Non anche quella di fare quadrato attorno al parlamentare Pdl, ex magistrato ed ex capo di gabinetto dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, accusato dalla Procura di Napoli di favoreggiamento, concussione, rivelazione del segreto d'ufficio. In Giunta, il Pdl voterà no all'arresto impugnando, chi la bandiera del «fumus persecutionis», chi quella del «garantismo». Una linea in teoria non vincolante in aula, dove si vota «secondo coscienza» ma, complice il (quasi certo) voto segreto, si dà per scontato il no al carcere. Certo, resta l'incognita Lega: ieri Umberto Bossi diceva: «Devo sentire i miei» e Luca Paolini (unico leghista in Giunta), a sua volta ripeteva: «Stasera (ieri, ndr) ne parlo con il mio gruppo». Nel Pdl, però, molti danno per scontato il no del Carroccio alle manette. Del resto, da due giorni Paolini va dicendo che una cosa è il voto, «tecnico», in Giunta, altra cosa è quello, «politico», in aula, e che il primo non vincola il secondo.

Ieri Paolini, a sorpresa, si è dimesso da relatore del caso di Marco Milanese (richiesta di arresto nonché di uso dei tabulati telefonici di due utenze riconducibili all'ex consigliere politico di Giulio Tremonti e di perquisizione di cinque cassette di sicurezza sotto sequestro), accusato, sempre dalla Procura di Napoli, di associazione a delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio. «Sono dimissioni dettate da ragioni di opportunità politica. È molto meglio che a fare da relatore sia uno del Pdl», spiegava Marco Reguzzoni, capogruppo leghista alla Camera, aggiungendo che «da questo momento la Lega voterà sempre sì a ogni richiesta dei magistrati sull'uso delle intercettazioni o per tutto ciò che riguarda le indagini, mentre per l'arresto si deciderà di volta in volta, riservandoci di vedere se per caso c'è fumus persecutionis, ma senza alcun vincolo di maggioranza». Prima di dimettersi, Paolini si era limitato a osservare che i casi di Papa e di Milanese sono «diversi» e che «la Lega ha sempre avuto una posizione garantista, ritenendo che l'arresto sia una misura estrema, soprattutto per un parlamentare, tanto più che l'indagine continua». Quanto a Papa, insisteva: «La Giunta deve solo valutare se, per il prosieguo delle indagini, è indispensabile che si faccia 10-15 giorni di carcere a Ferragosto». E ancora: «Il voto della Giunta è tecnico: solo una proposta all'aula, non vincolante».

L'appuntamento odierno sarà decisivo, secondo il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, intenzionato a far rispettare i termini del regolamento e, quindi, a far votare entro il 15 luglio. L'opposizione non vuole «perdite di tempo ulteriori» ma il Pdl, che fino a due giorni fa si preparava a chiedere una proroga, ieri ha cambiato linea e salvo ripensamenti dell'ultima ora si è "rassegnato" alla conta. Il voto sarà contrario, assicurava più d'uno, a cominciare da Maurizio Paniz, convinto anche che la Lega si allineerà. «Domani (oggi, ndr) votiamo e chiudiamo - diceva Paniz in Transatlantico -. Io voterò contro l'arresto e credo che anche tutto il Pdl farà allo stesso modo, non è in discussione la nostra linea». La partita politica vera si giocherà in aula, prima della pausa estiva. Intanto Papa ostenta «tranquillità» e ripete di essere stato «massacrato ingiustamente»; ma nel Pdl continuano a levarsi voci favorevoli al suo arresto, non foss'altro per dare un seguito alle parole del neosegretario Angelino Alfano sul «partito degli onesti». Ieri, ad esempio, Adolfo Urso segnalava la necessità di una «discontinuità anche sulla questione morale, sin dalle imminenti deliberazioni della Camera sui casi Papa e Milanese».

L'ITER

Il voto in giunta
La Giunta per le Autorizzazioni della Camera dovrebbe decidere oggi sul caso di Alfonso Papa, il deputato del Pdl coinvolto nell'inchiesta sulla P4 nei cui confronti il Gip di Napoli ha chiesto l'autorizzazione all'arresto con l'accusa, tra l'altro, di concussione ed estorsione

L'esame in Aula
Sempre oggi, la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio dovrebbe decidere quando portare la vicenda all'esame dell'Aula

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