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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2011 alle ore 19:33.

Il mitico Tourmalet, il severo Luz Ardiden. Eccoli qua i Pirenei. Il primo vero collegio giudicante di questo Tour de France. Che alla fine della 12esima tappa, vinta dal basco Samuel Sanchez, esprime questo verdetto, suscettibile naturalmente di essere rivisto nell'Appello e nella Cassazione delle prossime due tappe pirenaiche e poi in quelle alpine. Ebbene:
1)Alberto Contador, grande favorito e già vincitore di tre Tour, non è più quello del Giro d'Italia. A Luz Ardiden lo spagnolo non riesce a reggere il ritmo dei big. Nel finale, anche per gli attacchi di Ivan Basso, Contador va in crisi e perde un'altra decina di secondi dai migliori. Non è brillante, soprattutto gioca sempre in difesa. Ed è settimo in classifica. Diciamo che il ballerino perde il passo. Probabilmente paga gli sforzi del Giro d'Italia e la botta al ginocchio di qualche giorno fa. Attenzione, però, a sottovalutarlo. Come nota Ivan Basso, vera novità positiva di questa tappa, le montagne sono ancora tante. Senza contare la cronometro di Grenoble (42 km) dove lo spagnolo può ancora fare la differenza. Quindi, tutti in campana: il Ballerino non è più il leader indiscusso, ma può ancora lasciare il segno.
2) Ivan Basso è vivo e lotta insieme a noi. Da tempo non lo si vedeva così convinto. Negli ultimi chilometri continua a scattare e a cremare il gruppetto dei big. Non gioca in difesa, ma all'attacco. Arriva quarto al traguardo ed è quinto in classifica generale a 3,16 dal francese Voeckler che, a sorpresa, conserva la maglia gialla. Ivan sorride. E quando Ivan sorride, con la sua faccia da angioletto, per gli altri son guai. Di sicuro può solo crescere: e in un Tour dove al momento manca un dominatore le sue chances crescono in modo esponenziale. In chiave tricolore, ottima anche la prova di Damiano Cunego, settimo al traguardo davanti a Contador. Atteso al varco, Damiano ha risposto bene. Sta coi migliori senza mai andare fuori giri. Come al Giro di Svizzera, puo'essere protagonista sia nella classifica (ora è sesto) sia in qualche vittoria di tappa.
3)In ombra Contador, l'uomo più pericoloso attualmente è Cadel Evans. Terzo in classifica, con un paio di minuti di ritardo, l'australiano è sempre in prima fila. Specialista anche a cronometro, è da tenere d'occhio. Davanti a lui c'è Frank Schleck, il meno sveglio dei gemelli che però a Luz Ardiden è andato come una moto arrivando terzo e sparigliando il gruppo dei migliori. Il fratello Andy, di solito avvinto come un'edera a Contador, al momento non si scopre lasciando al gemello l'arduo compito di attaccare. Andy è un ottimo corridore. Però gli manca sempre un centesimo per fare un euro. Vedremo se questa sarà la volta buona.
4)Infine, una cosa è certa: è un Tour apertissimo. Partito con un padrone (Contador), al primo esame delle montagne si è rivelato tutt'altro che scontato. Al momento, tutti i big possono puntare alla maglia gialla. Non succedeva da tempo. L'anno scorso, per esempio, si concluse proprio sul Tourmalet con quella triste sfida tra Contador e Andy Schleck, poi vinta ai punti dallo spagnolo. Ora può succedere tutto. Ci permettiamo un consiglio: visto che Contador va con un cilindro solo, sarebbe il caso di farlo sbiellare definitivamente con un attacco deciso. Altrimenti, sulle Alpi, sono guai. Perché se lo spagnolo ricomincia a ballare, per gli altri finisce la festa
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