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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 09:06.

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Il "Manifesto" ha il merito di richiamare con forza la necessità di attivare, nel nostro Paese e con comune responsabilità repubblicana, una fase di impegno ambizioso per la crescita. Ne guadagnerebbe anche la fiducia dei mercati nei confronti del processo di stabilizzazione della nostra finanza pubblica.

Condividiamo larga parte delle proposte del Sole: l'emissione degli eurobond, i costi standard nella sanità, la riduzione dei costi della politica.
Sulla riduzione della tassazione sul lavoro, non pensiamo, però, che essa possa essere generata dallo scambio con l'aumento delle aliquote Iva. Ne deriverebbero effetti depressivi sui consumi e sul prodotto lordo. Occorre, invece, meno spesa pubblica e meno evasione per ridurre le aliquote legali. Partendo, magari, dalla messa a regime delle misure di detassazione del salario di risultato.

Quanto alle liberalizzazioni, esse hanno già ampiamente operato nel settore del commercio. Non ci sottraiamo al confronto su ciò che può ancora essere fatto, ma chiediamo meno asimmetrie – si veda il tema della liberalizzazione delle professioni – e, appunto, confronto. Del resto, già oggi, non è certo difficile trovare negozi aperti e con orario prolungato, anche alla domenica e nei giorni festivi, soprattutto nei centri storici e nelle zone turistiche. Se, poi, si vuole davvero aiutare il turismo, forse varrebbe la pena di assicurare una maggiore apertura dei musei e una migliore agibilità del nostro patrimonio culturale.

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