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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 09:05.
Non c'è crescita senza efficienza e non c'è efficienza senza rigore. Perciò abbiamo valutato positivamente la manovra di stabilizzazione finanziaria: perché riporti la fiducia tra gli operatori ed i mercati.
La rapida conversione del decreto legge va interpretata – e noi la interpretiamo – così. Il punto però è che il solo rigore non basta. Nell'attuale congiuntura è essenziale insistere sul costo del lavoro, in particolare sulla sua tassazione. Poi è essenziale un'amministrazione trasparente ed efficiente.
Un "pubblico" meno presente dove è possibile fare un passo indietro. Tutto questo nella lista dei nove impegni c'è ed è un fatto positivo. Aggiungerei un ulteriore elemento: dare certezze di medio-lungo termine agli imprenditori. Il "taglio" orizzontale delle agevolazioni o la rimessa in discussione di alcuni princìpi giuridici (vedi la questione settoriale del pagamento delle "quote latte") non vanno certo in questa direzione.
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