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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 09:06.

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«L'ingrediente vero è costituito dalla fiducia». Partiamo da una riflessione finale del manifesto per il rilancio proposto da Confindustria. Premiare il merito nella scuola, nel lavoro, nella politica, nelle imprese.

Dare corso alla stagione dei doveri, dopo quella dei diritti. Rianimare 2,5 milioni di giovani che non studiano, non lavorano e non si allenano a fare altro. Catalizzare le migliori energie politico-istituzionali e imprenditoriali.

Ridare entusiasmo al paese reale. Sono le precondizioni per gettare le basi al rinascimento economico rispetto al quale, sia chiaro, non ci sono alternative: o il Paese riparte o è destinato a scivolare ai margini delle classifiche mondiali di competitività, di sviluppo e di benessere.

Patrimonializzazione, crescita dimensionale, innovazione rappresentano il cuore delle politiche di sviluppo che proponiamo da anni alle imprese cooperative. Le misure del manifesto condivisibili e sostenibili insieme ad altre sono valide. Unità di intenti, fine del particulare guicciardiniano tipico dell'Italia, spirito bipartisan nelle scelte nevralgiche, una ritrovata fiducia nelle istituzioni riassegnando la sovranità del Parlamento attraverso il sistema proporzionale nella legge elettorale: questo serve al Paese per guadare le correnti sempre più forti di quel fiume chiamato economia-mondo.

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