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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 09:06.

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Uscire allo scoperto su spesa pubblica e sviluppo è prioritario. Ben venga dunque la sollecitazione del Sole 24 Ore.

Da oltre 10 anni Confesercenti insiste con documentati rapporti sugli sprechi pubblici, tra l'altro, per abolire le inutili province, ridurre il numero di comunità montane e micro-comuni. I convertiti a questa tesi all'inizio solitaria sono aumentati nel tempo ma risultati zero.

Riduciamo allora sul serio i costi della politica, diamo trasparenza al pachiderma dell'amministrazione pubblica ma anche snellendola robustamente, specie nel tempo di internet. D'accordo anche sul patto di stabilità interna ma andrebbe esteso al debito pubblico impegnando istituzioni, partiti e forze sociali a consegnare ai giovani un Paese sano e capace di crescere.

E prima di pensare ad accelerare in modo troppo brusco l'aumento della età pensionabile, pensiamo al futuro previdenziale dei giovani che sono quelli che rischiano di più. Meno tasse sul lavoro: certo ma non con lo scambio meno Irap-più Iva anche perché con aumenti dell'Iva potrebbero deprimersi i consumi. L'Iva andrebbe invece ridotta per il turismo al fine di metterci alla pari dei nostri concorrenti europei.

Liberalizzazioni: perché colpire ancora e sempre il commercio nonostante si sia già fatto di tutto per favorire la grande distribuzione a danno non solo dei negozi di vicinato ma anche della vivibilità dei centri urbani? È giusto, infine, accelerare su liberalizzazioni e privatizzazioni, ma una Rai pubblica meno mastodontica e con un vertice deciso non dai Governi ma da autorevoli garanti super partes, resterebbe un essenziale presidio per il pluralismo e la libertà di informazione.

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TAG: Lavoro

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