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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2011 alle ore 09:14.

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Le Nazioni Unite si preparano a lanciare l'allarme carestia in alcune zone della Somalia, già colpite dalla peggiore siccità degli ultimi 60 anni. Nonostante gli aiuti internazionali, la situazione umanitaria appare infatti in rapido deterioramento. Stando a quanto precisato dalla Bbc, l'allarme riguarderebbe almeno due regioni nel centro del Paese, Bakool e Bassa Shabelle, afflitte da siccità, guerra e povertà. Nelle due regioni risulta malnutrito oltre il 30% dei bambini e ogni giorno ne muoiono quattro su 1.000.

«Se non si interviene subito, la carestia colpirà tutte le otto regioni del sud della Somalia nei prossimi due mesi, a causa dei cattivi raccolti e della comparsa delle malattie infettive», ha ammonito Mark Bowden, Coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per la Somalia. Secondo Ocha, circa la metà della popolazione somala, pari a 3,7 milioni di persone, vive ormai una situazione di crisi. L'ultima carestia delle regione risale al 1992.

Il peggior disastro umanitario del mondo
«È il peggior disastro umanitario del mondo», ha detto nei giorni scorsi l'Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), Antonio Guterres, riferendosi alla siccità che sta colpendo oltre alla Somalia anche l'Etiopia, il nord del Kenya, alcune aree del Sud Sudan, l'Uganda e il piccolo Gibuti. Oltre 10 milioni le persone colpite.

L'appello del Papa
Ieri, durante l'Angelus da Castel Gandolfo, il Papa ha lanciato un appello alla mobilitazione internazionale auspicando un «invio tempestivo» dei soccorsi.

Usa invitano miliziani a far lavorare le Ong
Gli Stati Uniti hanno intanto chiesto ai miliziani somali al Shabab di consentire alle organizzazioni umanitarie di essere messi nelle condizioni di lavorare senza intralci. «Le azioni degli Shabab - ha detto alla stampa Johnnie Carson, Segretario di Stato aggiunto per gli Affari africani - hanno chiaramente contribuito a rendere la situazione più difficile; la loro politica è devastante e non aiuta i somali che vivono nel centro-sud del paese. Invitiamo tutti coloro che ne hanno l'autorità a permettere alle organizzazioni umanitarie di lavorare».

Amnesty international denuncia "crimini di guerra"
Ma i guai della Somalia non arrivano solo dalla siccità. Amnesty international denuncia oggi "crimini di guerra" commessi contro i bambini somali, vittime di un "sistematico reclutamento" da parte dei miliziani islamici Shabab. In un rapporto in cui sono raccolte oltre 200 testimonianze, l'organizzazione di difesa dei diritti umani analizza l'impatto sui bambini di un conflitto in corso nel Paese dal 1991, anno della caduta del Presidente Mohamed Siad Barre. La maggior parte dei bambini arruolati ha tra i 12 e i 18 anni, ma alcuni profughi hanno riferito anche di bambini soldato di 8 anni. Se i bambini vengono mandati a combattere, le bambine sono costrette a cucinare, pulire, portare le armi ai soldati o a sposarsi. «È un conflitto senza fine, dove i bambini vivono orrori inimmaginabili tutti i giorni - conclude Kagari - rischiano di diventare una generazione perduta, se il mondo continua a ignorare i crimini di guerra che riguardano tanti di loro».

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