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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 21:15.

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Mauro CutrufoMauro Cutrufo

Un'assemblea costituente per realizzare le riforme necessarie al Paese. Dalla revisione del bicameralismo al taglio del numero dei parlamentari, fino all'approvazione di una nuova legge elettorale. È questa la proposta rilanciata oggi a Roma nel corso del convegno "Una Costituente per rifare l'Italia" promosso da Mauro Cutrufo, senatore Pdl e vicesindaco di Roma. Un evento che ha riunito esponenti della maggioranza e costituzionalisti per discutere sul metodo attraverso cui riformare la seconda parte della Costituzione.

La proposta di Cutrufo (Pdl): riforma entro un anno
"Tutti invocano le riforme ma siamo ancora allo stallo - ha detto Cutrufo, aprendo il convegno –. Ecco perché è ora di passare la parola agli italiani che eleggano una nuova Costituente. Questo infatti è un momento delicato per il nostro Paese. Con la modifica della legge elettorale tornata di stringente attualità". Lo stesso Cutrufo ha poi sottolineato che "la revisione costituzionale non può che essere effettuata da legislatori che rappresentino il più possibile la volontà popolare. Per questo ho presentato un disegno di legge per l'elezione diretta, con metodo proporzionale, di un'assemblea composta da 120 membri, che si occupi entro un anno della riscrittura della seconda parte della Costituzione sul duplice versante della forma di governo e di Stato".

I politici di maggioranza d'accordo sulla costituente
L'ipotesi di ricorrere a un'assemblea costituente trova d'accordo gli esponenti della maggioranza presenti al convegno. Per Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma, "si tratta di una sfida ardua ma da affrontare perché non si può affidare alla legge elettorale un compito che non ha: quello di cambiare il sistema". Dopo numerosi tentativi di riforma falliti, ha invece detto Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, "è giunto il momento che il popolo elegga un organo in grado di realizzare le correzioni indispensabili a far funzionare il sistema". Secondo Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, "le riforme sono un'esigenza urgente – ha scritto in una nota –. L'eventuale inerzia del Parlamento non deve portare al blocco dei processi di rinnovamento". A rimarcare invece "lo scollamento tra la forma di governo esistente e quella prevista dalla Costituzione formale" è stato Gaetano Quagliariello (Pdl), secondo il quale "il nodo più difficle da sciogliere sarà quello del bicameralismo".

Dai costituzionalisti arriva un "no"
A bocciare la strada di una costituente sono stati invece diversi costituzionalisti. A partire da Antonio Baldassarre presidente emerito della Corte Costituzionale. "È contraddittorio che un'assemblea costituente abbia un mandato limitato alla revisione solo di una parte della costituzione. La strada maestra per attuare le modifiche è invece la via ordinaria, quella dettata dall'articolo 138 della Carta". Sulla stessa linea Stefano Ceccanti, ordinario di Diritto costituzionale alla Sapienza e senatore Pd, che ha aggiunto: "Se le forze politiche non sono in grado di accordarsi tra loro, non lo saranno neanche in un'assemblea ad hoc".

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