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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2011 alle ore 17:26.

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Con i "ministeri" trasloca alla Villa Reale di Monza anche tutto "il meglio" dell'armamentario dell'iconografia leghista.Tra i vari simboli dei lumbàrd, tuttavia, ci sono anche la foto di Giorgio Napolitano, la bandiera italiana e quella dell'Unione europea nell'ufficio di Umberto Bossi, inaugurato oggi all'interno della villa Reale di Monza.

Dopo il taglio del nastro, i giornalisti sono stati fatti entrare per un breve tour delle tre stanze allestite al piano terreno della Cavallerizza, che si affaccia sul cortile d'onore della villa. Entrando, subito sulla destra, si trova l'ufficio che sarà di Bossi, a partire dal primo settembre. Di fronte, a sinistra, quello che Roberto Calderoli ha definito l'ufficio «pluri-ministeriale», dove è stata allestita una scrivania per il ministro della Semplificazione normativa e una, di fianco, per Giulio Tremonti. Calderoli ha spiegato che, a breve, aggiungeranno un'altra scrivania destinata al ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.

«Le scrivanie le abbiamo pagate di tasca nostra e sono costate circa 340 euro a testa», ha rivelato l'esponente leghista. In emtrambe le stanze sono stati appesi alcuni arazzi e quadri che raffigurano il giuramento di Pontida e la battaglia di Legnano, momenti-icona del movimento, ma vi sono anche il Tricolore e la bandiera dell'Unione europea e, vicino a una piccola foto incorniciata del leader del Carroccio, anche un'immagine del presidente della Repubblica e un Crocifisso.

Sui tavoli di Bossi e Calderoli, infine, anche una statuetta di Alberto Da Giussano. Calderoli ha spiegato che gli uffici saranno operativi da settembre e che i ministri cercheranno di stabilire, a Monza, un «colloquio diretto col mondo delle associazioni», oltre a organizzare seminari. «Ho scoperto che il ministro Alfano ha aperto una sede distaccata a Palermo - ha osservato il ministro - lo stesso ha fatto La Russa, penso che l'idea sia entrata nel sentire comune».

«Ieri il terzo polo ha mostrato di avere un'idea diversa di paese e ha prospettato al governo e alla maggioranza soluzioni serie e praticabili per far uscire l'Italia dall'immobilismo», ha commentato il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. «Ancora oggi però - aggiunge Cesa - gli italiani sono costretti ad assistere, invece che a un dibattito concreto sui loro problemi, all'intollerabile inconcludenza di questo governo, impegnato solo a litigare al suo interno e a produrre pagliacciate come l'apertura delle sedi distaccate dei ministeri a Monza. Evidentemente nel fortino di Berlusconi tutto va bene e tutto deve restare così com'è, anche a costo di portare il paese nel baratro».

«Le sedi ministeriali leghiste? Una pagina patetica di provincialismo»: è tranchant il giudizio del leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, sulla iniziativa della lega a Monza. «Finisce così - sottolinea Rutelli - con una parata di inefficienza, duplicazione burocratica e negazione del federalismo, la favola della modernizzazione liberale targata Berlusconi-Lega. Il nord - conclude il leader di Api - sta aprendo gli occhi su questo fallimento del localismo al governo».

Molto duro il commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Quello che è avvenuto oggi a Monza rimane inaccettabile da tutti i punti di vista. Anche se la Lega, dopo la vittoria delle mozioni parlamentari a favore di Roma Capitale, ha dovuto ripiegare dall'iniziale proposta di spostare sedi dei ministeri al Nord alla semplice creazione di "uffici decentrati" e "sportelli del cittadino", l'iniziativa è impresentabile sia sul piano simbolico sia sul piano sostanziale». Anche dal punto di vista simbolico - ha concluso Alemanno - l'iniziativa leghista «appare come un patetico tentativo di tenere in piedi un feticcio di polemica antiromana ed è ancora più grave che a tutto questo partecipino anche dei Ministri del Pdl».

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