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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 12:51.
È l'occasione per sottoporre al capo dello Stato i i due candidati per sostituire Angelino Alfano alla Giustizia e per riempire la casella delle Politiche comunitarie lasciata vuota da tempo dopo la scissione finiana consumatasi nel Pdl. Ma l'incontro, tuttora in corso, al Quirinale servirà probabilmente al premier Silvio Berlusconi anche per replicare alla missiva inviata ieri dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in cui sono condensate tutte le preoccupazioni del Colle per il decentramento dei ministeri al Nord.
Al centro del colloquio anche il decentramento dei ministeri
Così il presidente del Consiglio dovrà cercare di superare le perplessità di Napolitano. Che più volte nelle ultime settimane aveva lasciato trasparire la sua contrarietà all'operazione fortemente voluta dalla Lega e da Umberto Bossi. Con tanto di cerimonia di inaugurazione sabato scorso dell'apertura di quattro sedi distaccate di altrettanti ministeri (Semplificazione, Economia, Riforme e Turismo) nella Villa Reale di Monza. Obiezioni che ieri il capo dello stato è tornato a ribadire e che oggi saranno con molta probabilità oggetto del colloquio pomeridiano al Quirinale. Come conferma anche Franco Frattini. «Penso che Berlusconi risponderà proprio oggi», spiega il ministro degli esteri a chi gli chiede quando il presidente del Consiglio replicherà ai rilievi del Quirinale sui ministeri.
La successione di Alfano: in corsa Nitto Palma
Davanti al presidente della Repubblica Berlusconi proverà però anche a risolvere il complesso dossier della successione al guardasigilli. Già nelle scorse settimane il premier aveva sondato il capo dello Stato su una rosa molto ampia di candidati, ma Napolitano, lungi dal porre un veto esplicito, si era limitato a sottolineare la necessità che il nuovo ministro della Giustizia avesse un curriculum di alto profilo. Oggi il premier tenterà di chiudere la partita sottoponendo al capo dello Stato il nome dell'ex magistrato Francesco Nitto Palma, molto vicino all'avvocato Cesare Previti e considerato, all'interno del partito, uno degli uomini più fedeli del Cavaliere. Pronto dunque l'avvincendamento al dicastero di Via Arenula e il ministro Alfano conferma con una battuta che il suo addio è imminente. Così, quando una cronista gli chiede quando lascerà il ministero, il guardasigilli risponde rapido. «Le sarà sufficiente avere qualche ora di pazienza».
Bernini in pole position per le Politiche comunitarie
Per la casella delle politiche comunitarie il premier indicherà invece l'avvocato bolognese Anna Maria Bernini, portavoce vicario del partito e più volte data in corsa per una poltrona nell'esecutivo, ma rimasta fuori dagli ultimi rimpasti. Per quel dicastero, occupato in precedenza da Andrea Ronchi, si era fatto anche il nome di Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega a Montecitorio, ma la deputata pidiellina appare al momento in netto vantaggio.
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