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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 15:28.

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Il presidente del Consiglio, Silvio BerlusconiIl presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

Il trono di Silvio Berlusconi è "sotto minaccia", la rivolta contro il premier sta montando nel suo stesso partito e gli industriali non hanno più fiducia nella politica. Il Financial Times descrive un'Italia in crisi di leadership, con un governo che ha perso credibilità sui mercati e le imprese "disperate" per la mancanza delle riforme necessarie per rilanciare la crescita.

Il quotidiano britannico dedica un'intera pagina all'analisi del caso italiano, con un ampio servizio di Guy Dinmore sul declino di Berlusconi e un'intervista di Rachel Sanderson alla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

"Dobbiamo cambiare – o andremo tutti giù insieme": per sintetizzare gli umori dell'industria italiana, Marcegaglia parla al Ft di un recente sondaggio realizzato tra 6.000 associati. "Il messaggio è chiaro. C'è una totale sfiducia nella politica, la comunità imprenditoriale si sente abbandonata dal governo. La sola soluzione è andare avanti per conto nostro. Nessuno crede che il governo faccia da guida. La situazione è molto seria".

Marcegaglia –scrive il Ft – afferma che questa perdita di fiducia è stata aggravata dal fatto che i politici di ogni schieramento non hanno incluso nel bilancio d'austerità tagli alle proprie spese. I membri di Confindustria – continua il quotidiano - sono "incolleriti" dal fatto che i politici non abbiano varato la liberalizzazione delle professioni liberali, il cui status protetto viene spesso citato dagli organismi sovranazionali come una delle ragioni della scarsa crescita dell'economia italiana, salita poco più dell'1 per cento nell'ultimo decennio.

Queste mancanze per Marcegaglia sono "intollerabili", "totalmente inaccettabili" e anche miopi, perché l'Italia ha bisogno di queste misure per "arginare il declino che già si fa sentire nelle piccole imprese e nelle famiglie".

"Abbiamo bisogno di riforme così profonde che non solo questo governo ma anche i governi precedenti hanno rifuggito dal farle", dice Marcegaglia. "Queste riforme saranno profonde e impopolari. Ma il Paese deve agire in armonia per farle. Dobbiamo aumentare il nostro tasso di crescita – o tutti andranno giù insieme".

Il Ft aggiunge che dirigenti e banchieri considerano "una reazione esagerata" la risposta dei mercati alla crisi del debito che ha colpito l'Italia, costringendola a varare un pacchetto d'austerità in tempo record. Tuttavia, condividono le preoccupazioni di Marcegaglia sul sistema Italia, generalmente descritto come "bloccato".

In questa Italia paralizzata, aumentano le spinte a detronizzare Berlusconi. "La ribellione interna – scrive Dinmore - sta montando a fronte della disillusione degli italiani verso l'élite politica". La situazione provoca titoli di giornale da "fine di un'era" e paragoni con il 1993, quando i partiti vennero spazzati via da una serie di scandali per corruzione nel pieno di una crisi economica".

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