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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2011 alle ore 15:20.
Angelino Alfano si concentra sulla guida del Popolo della Libertà. Il nuovo ministro della Giustizia è Nitto Palma, "un magistrato diventato politico", parlamentare del partito di Berlusconi. Dopo avere svolto l'incarico di ministro della Giustizia, Alfano si è dimesso per "concentrarsi sul rafforzamento della popolarità del partito", scrive l'Associated Press.
È lui l'uomo che Silvio Berlusconi ha scelto come "possibile erede politico". Ma non è detto.
Il Financial Times, quando ieri ha descritto la rivolta interna di un gruppo di veterani del partito che briga per far sloggiare Berlusconi, ha aggiunto che questo gruppo intende "bypassare" la sua scelta del "malleabile" Angelino Alfano come legittimo erede.
L'Ap lo chiama "il protetto di Berlusconi" e ricorda che è stato "l'artefice di riforme giudiziarie che gli oppositori dicono siano state fatte su misura per aiutare il premier nei problemi legali derivanti dal suo impero miliardario". Anche se – precisa il breve lancio dell'agenzia americana ripreso dal Washington Post – Berlusconi insiste nel dire che le sue riforme aiutano tutti gli italiani.
Ora Berlusconi ha scelto Alfano per "rinvigorire" il partito, dopo le sconfitte delle amministrative di primavera. Il premier ha ribadito di recente la sua intenzione di non candidarsi di nuovo al termine del mandato nel 2013.
Ma in questa materia il condizionale è d'obbligo. La Reuters, in una notizia pubblicata dal Chicago Tribune, ricorda che in varie occasioni Berlusconi ha designato Alfano come il suo "successore preferito". Tuttavia - osserva l'agenzia - il quarantenne siciliano affronta "potenziali sfidanti", in particolare della Lega Nord, che ha detto chiaramente che "vuole avere voce in capitolo nella nomina del futuro leader di centro-destra".
Alfano si è dimesso da ministro della Giustizia per "incompatibilità" con l'incarico di segretario generale del Pdl, sottolinea l'agenzia Europa Press, pubblicata dallo spagnolo El Economista. In questo modo Alfano "si profila definitivamente come possibile successore" del primo
ministro alle prossime elezioni politiche, previste nel 2013. Il Cavaliere ha detto che non si candiderà e ha presentato Alfano come "unico candidato del centro-destra". Ma il nome "successore" è sempre accompagnato dall'aggettivo "possibile".
Con il titolo "Berlusconi cambia ministro della Giustizia", l'Afp ricorda che il Cavaliere aveva dato ad Alfano le redini del suo partito già dal 1° giugno. "Indebolito dalla sconfitta alle amministrative, all'inizio di giugno Berlusconi aveva stravolto la struttura dirigente del suo partito nominando Alfano segretario nazionale".
"E' la prima volta dal suo ingresso in politica nel 1994 che Berlusconi nomina un segretario nazionale alla testa del partito di cui è capofila", nota l'Afp in un lancio ripreso tra gli altri da Les Echos e da El Mundo. La stampa estera segnala la novità e attende gli sviluppi.
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