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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2011 alle ore 16:17.

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Una sala di Palazzo Colonna a Roma durante un convegno (Ansa)Una sala di Palazzo Colonna a Roma durante un convegno (Ansa)

Sono «oltre 543.000» le unità immobiliari di proprietà dello Stato, per oltre 222 milioni di metri quadrati, per un valore che «oscilla tra 239 e 319 miliardi di euro»; a questi vanno aggiunti 776.000 terreni, per «oltre 13 miliardi di metri quadrati», che valgono tra gli 11 e i 49 miliardi. È quanto emerge dal documento conclusivo di un'indagine conoscitiva della commissione Finanze della Camera dedicata agli immobili pubblici.
Una gestione oculata, sottolinea la Commissione, permetterebbe di abbattere lo stock di debito, di abbassare il deficit evitando così i tagli lineari.

L'obiettivo del censimento, ricorda la Commissione di Montecitorio, è quello di «avviare un processo di effettiva riduzione degli spazi occupati dalle amministrazioni». Nel documento si sottolinea che, «nella delicata situazione in cui si trova la finanza pubblica italiana» la «razionalizzazione nell'utilizzo degli spazi» e la «conseguente riduzione dei costi» comporterebbero «risorse aggiuntive», sia come risparmi di spesa che come maggiori entrate che sarebbero «preziose» per sostituire altri strumenti di contenimento della spesa come i tagli lineari di bilancio. Considerazioni particolarmente attuali alla luce delle imponenti dimensioni del debito pubblico e delle turbolenze sui mercati che hanno investito pesantemente i titoli di stato italiani.

Ridurre gli spazi occupati dalle amministrazione e gestire in maniera oculata questo immenso patrimonio. È questo l'appello della commissione che però fa notare come solo la Corte dei Conti e il ministero dello Sviluppo economico hanno dato disponibilità a ridurre «le esigenze di spazio». Tutti gli altri al contrario hanno chiesto più spazi. Alcuni ministeri peraltro hanno aperto sedi di rappresentanza a Monza su richiesta della Lega Nord.

Aprire nuove sedi «fisiche» sul territorio è particolarmente inutile alla luce delle nuove tecnologie. «Sullo sfondo del processo di razionalizzazione degli immobili - si legge nel documento - c'è il tema del progressivo passaggio dalla presenza fisica sul territorio delle articolazioni amministrative al nuovo modello della cosiddetta "amministrazione virtuale". Non c'è dubbio - si legge nel documento della commissione - che la sempre migliore informatizzazione degli uffici, e la parallela, crescente diffusione tra i cittadini degli strumenti telematici e per l'accesso alla rete, consentano di delineare, e di portare a compimento già nel medio periodo, un modello in cui molti rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini potranno essere realizzati "on line». Cioè senza bisogno di un punto di contatto fisico presso un ufficio dislocato sul territorio.

Il documento, approvato all'unanimità, rende noti i dati del censimento degli immobili pubblici avviato dall'Agenzia del Demanio, con un questionario inviato a tutte le amministrazioni pubbliche e con altri strumenti di indagine. Di fronte al questionario, gli enti pubblici proprietari di immobili hanno manifestato qualche resistenza, perché in molti casi le risposte non sono state complete: cosa che però non ha impedito, grazie agli altri strumenti di indagini diversi dal questionario utilizzati, di avere una mappa attendibile degli immobili pubblici italiani.

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